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Ciao al litio, basterà il sale

Nella foto: Saline in Sicilia.

STOCCOLMA – L’azienda svedese Northvolt ha sviluppato con il partner Altris una batteria agli ioni sodio lo stoccaggio di energia, che dovrebbe rendere ancora più competitive le rinnovabili. Anche sui costi, oggi elevatissimi. La tecnologia, facendo a one del litio, potrebbe essere davvero una rivoluzione per la transizione energetica: il litio, infatti, è un materiale la cui estrazione, costosissima, è concentrata in paesi extra europei e fonte di enormi impatti ambientali e sociali.

Il litio è un metallo utilizzato per le sue caratteristiche chimico-fisiche come l’alta conducibilità termica ed elettrica. Pur essendo presentato spesso come la svolta per le tecnologie energetica. Ha però ricadute tutt’altro che trascurabili.

L’elemento chimico è concentrato in pochi paesi, soprattutto in Cile, Argentina, Bolivia, Australia e Nord America. Per l’Europa è una materia prima critica, della quale siamo dipendenti per l’importazione.

Dal punto di vista ambientale e sociale, inoltre, l’estrazione da miniere è un enorme problema: il processo, infatti, è molto lungo e comporta un elevatissimo consumo d’acqua, stimato in circa 2 milioni e 300 mila litri per tonnellata di litio estratto. Questo crea a sua volta una forte pressione sulle comunità locali. Nel Salar de Atacama in Cile, il famoso deserto di sale, l’attività estrattiva ha causato la perdita del 65% dell’acqua dolce della regione, con non pochi problemi  per le attività lavorative la vita stessa. La batteria agli ioni sodio è una tecnologia “inseguita” da tempo proprio per i problemi legati al litio. E ora l’azienda svedese ha annunciato di aver convalidato la tecnologia per una  densità energetica migliore della categoria, di oltre 160 wattora per chilogrammo.

La cella convalidata di Northvolt – sostiene l’azienda svedese – è più sicura, economica e sostenibile rispetto ai prodotti chimici convenzionali al nichel, manganese e cobalto (NMC) o al fosfato di ferro (LFP); ed è prodotta con minerali come ferro e sodio che sono abbondanti sui mercati globali . Si basa su un anodo di carbonio duro e un catodo a base di bianco di Prussia ed è privo di litio, nichel, cobalto e grafite. Sfruttando una svolta nella progettazione e produzione delle batterie, Northvolt prevede di essere la prima a industrializzare le batterie a base di bianco di Prussia e a portarle sui mercati commerciali

La Northvolt ci lavora da tempo: come spiega l’azienda, infatti, la prima generazione di celle agli ioni di sodio è stata progettata principalmente per l’accumulo di energia, mentre le generazioni successive offrono opportunità di maggiore densità energetica con l’obbiettivo di consentire soluzioni di mobilità elettrica economicamente vantaggiose.

Il basso costo e la sicurezza alle alte temperature rendono la tecnologia particolarmente attraente per le soluzioni di stoccaggio dell’energia nei mercati emergenti, tra cui India, Medio Oriente e Africa. Inoltre, la tecnologia può essere prodotta con materiali di provenienza locale, contribuendo a svincolarsi da questa pesante dipendenza dall’importazione.

Pubblicato il
10 Gennaio 2024
Ultima modifica
12 Gennaio 2024 - ora: 11:39

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