Digitalizzare e Capitanerie di Porto

Gaetano Angora
LIVORNO – Sono tempi di grandi mutamenti e altrettanto grandi programmi. Tra questi il piano mondiale della digitalizzazione dei processi logistici, che comporta anche adeguamenti dei servizi dello Stato. In proposito, ecco l’intervento del direttore marittimo della Toscana, contrammiraglio (cp) 👤 Gaetano Angora nel recente workshop a Livorno.
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“La via marittima che contraddistingue i nostri scali, oltre che essere la diretta proiezione di quel corridoio scandinavo-mediterraneo della rete centrale transeuropea dei trasporti, anche a causa di una ineludibile complessità delle infrastrutture terrestri, è quella più agevole per la movimentazione delle merci anche in ambito infranazionale, pertanto l’adeguamento e la modernizzazione delle infrastrutture è davvero essenziale.
Di pari passo all’efficientamento infrastrutturale, che deve naturalmente comprendere anche quelle indispensabili costanti opere di manutenzione di moli, banchine e fondali, deve però consolidarsi l’innovazione tecnologica.
La digitalizzazione dei processi logistici, in particolare, non rappresenta solo una modalità di accelerazione dei flussi delle merci, ma anche, come recentemente ben sottolineato dal presidente di Confetra, “una vera e propria forma di business che può consentirci di recuperare volumi di traffico da altri porti Europei”.
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In questa direttrice le Capitanerie di Porto già da oltre un decennio hanno adottato il sistema PMIS (Port Management Information System) che rappresenta l’interfaccia unica nazionale per l’invio delle formalità di dichiarazione delle navi in arrivo e in partenza dai porti italiani sostituendo un anacronistico metodo cartaceo.
Questo sistema è stato successivamente implementato con il NMSW (National Maritime Single Window), che assicura l’interoperabilità con il sistema informativo delle Dogane e con le piattaforme realizzate dalle Autorità di Sistema Portuale.
I trasporti marittimi costituiscono la colonna portante del commercio e delle comunicazioni sia all’interno del mercato unico che al di fuori di esso. Partendo da questo presupposto il legislatore europeo ha puntato ad agevolare i trasporti marittimi ed a ridurre gli oneri amministrativi a carico delle compagnie di navigazione, primo anello della catena logistica integrata, armonizzando e semplificando le modalità di espletamento delle formalità amministrative per le navi che scalano i porti dell’Unione.
Con la L. n. 156/2021, il Comando generale delle Corpo delle Capitanerie di Porto è stato designato quale Autorità Nazionale Competente per attuare questa prospettiva assumendo le funzioni di Responsabile e Coordinatore nazionale per l’interfaccia unica marittima europea (EMSWe – European Maritime Single Window environment) che andrà in vigore a regime nel 2025.
In estrema sintesi i dati, anche se di interesse di più amministrazioni, dovranno essere forniti dagli operatori una sola volta in ciascun porto, evitando la duplicazione delle informazioni, semplificando le procedure amministrative ed abbreviando notevolmente i tempi per le merci in transito.
La digitalizzazione dei processi – sia quelli di automazione che quelli ammnistrativo-burocratici – si rivela senz’altro un volano fondamentale per la crescita, ma non deve farci perdere di vista l’altro importante fattore nevralgico: il capitale umano, unica risorsa davvero imprescindibile per la funzionalità di tutte le nostre organizzazioni.
Informatizzare, dunque, ma anche formare, professionalizzare, per stare al passo coi tempi, creare occupazione ed assecondare le esigenze dei mercati.
A questo proposito mi sia concesso di citare un esempio su tutti a noi vicino: i servizi tecnico-nautici che operano in porto. Piloti, rimorchiatori, ormeggiatori… indispensabili figure professionali esperte e qualificate che sotto il coordinamento delle Capitanerie di porto assicurano l’ordinata operatività dei traffici portuali, malgrado, talvolta, oggettive difficoltà legate all’obsolescenza delle infrastrutture o all’imprevedibilità delle condizioni meteorologiche e nonostante un vetusto inquadramento regolamentare in un Codice della Navigazione che, anche per loro, merita di essere rivisitato”.
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