Pianosa, la bella addormentata

Nelle immagini: L’isolotto della Scola con in primo piano il pittoresco scoglio del Marzocco.
Siamo nei periodi dei diportisti nautici e l’Arcipelago Toscano – ma non solo – comincia ad essere popolato di barche: 🛶⛵🛥 cabinati a vela (molto charter) motoscafi, yacht e gommoni 🛶⛵🛥.
Chi conosce bene le isole, non perde occasione di farsi una sosta in una caletta, sempre caratterizzata da acque cristalline. Ma c’è anche chi, nuovo dell’Arcipelago, si chiede il perché di gioielli abbandonati perché proibiti, come l’isola di Pianosa.
Ecco la mail di un lettore, 👤 Isacco Dell’Omodarme:
🗣 ✍ Con il mio gommone abilitato alla navigazione senza limiti, sono stato in questi giorni all’isola d’Elba, bellissima ma già affollata. E mi sono chiesto perché la vicina isola di Pianosa non è aperta alla navigazione da diporto, malgrado la colonia penale sia stata chiusa da decenni. Mi dicono che ci sono veri tesori naturali da scoprire…
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L’ 🏝 isola di Pianosa 🏝 è un po’ una bella addormentata, anche se l’Ente Parco dell’Arcipelago Toscano ammette visite guidate con un collegamento con Marina di Campo: e sull’isola un piccolo presidio offre un minimo di ospitalità giornaliera, insieme a una mostra fotografica.
Si è parlato spesso di valorizzazione turistica – l’isola tra l’altro ha le più antiche catacombe di era cristiana in Toscana, un tempo aperte ma oggi sbarrate – perché ci sono decine di strutture abbandonate della ex colonia penale, oltre a un villaggio che ospitava qualche centinaio di famiglie e un micro-porto con fondali praticabili.
Il tutto è strettamente sotto chiave inquinato Ente Parco: il che permette certo di salvaguardare la natura, specie del mare circostante perché l’isola non ha quasi vegetazione, ma toglie alla fruibilità sostenibile un gioiello a poche miglia dall’Elba, contrade di costruzioni napoleoniche, il famigerato “muraglione generale della Chiesa”, e il vicino isolotto della Scola dove sono state trovate tracce di abitanti dell’età della pietra.
Un amaro dettaglio: alcuni storici reperti, come due colubrine che adornavano un piccolo monumento a Sud del paese, nel tempo sono scomparse.