La pesca al tonno, tesoro dei nostri mari

Nella foto: Una bella cattura di alcuni anni fa.
Ci scrive dall’isola d’Elba Roberto Tesei con un quesito che probabilmente è di interesse esteso:
Per quanto non sia una pesca comune, quella al tonno è tra le più interessanti sul piano sportivo ed ha visto negli anni passati anche dei bei trofei. Mi ricordo che andavamo a pescare sulla cosiddetta “Fossa d’Olivo” dal nome di uno sponsor di canne da pesca degli anni ’90. Adesso ci sono un sacco di limitazioni e pesanti multe; ma dove e da chi informarci?
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Il tonno è tra le specie ittiche più importanti a livello mondiale per volumi commercializzati ed è ormai sviluppata su scala industriale ma anche in allevamento. Secondo i dati della FAO, la pesca del tonno rosso (Thunnus thynnus – Atlantic bluefin tuna), ha sfiorato nei decenni scorsi le 40mila tonnellate tra Atlantico e Mediterraneo. La pesca del tonno inoltre è più che triplicata nelle acque del Mediterraneo, grazie all’aumento degli allevamenti, richiesti dal mercato giapponese e dalla richiesta sempre più consistente di sushi e sashimi.
Questo ha richiesto l’introduzione del Totale Ammissibile di Catture (TAC) che ha regolamentato i volumi di pesca e ha fatto diminuire i volumi totali. In pratica la stagione di pesca dovrebbe contemplare i mesi tra giugno e ottobre ma le quote ammesse si esauriscono sempre prima. E occorre informarsi in Capitaneria.
Per pescare il tonno rosso è necessario infatti essere muniti di un’autorizzazione, gratuita e di validità triennale, rilasciata dalla Capitaneria di Porto.
La licenza però è conferita all’imbarcazione ed è valida per tutti i pescatori a bordo, anche in assenza del proprietario del natante.
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