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Opere infrastrutturali e valore aggiunto doppio

ROMA – Uniontrasporti, società consortile in house di Unioncamere e delle Camere di commercio – premette un rapporto presentato di recente – ha come mission quella di contribuire a disegnare una strategia di medio lungo periodo sullo sviluppo della logistica italiana e la realizzazione degli interventi infrastrutturali.

Attraverso la valutazione dell’impatto socioeconomico degli investimenti in infrastrutture, Uniontrasporti è in grado di misurare il valore aggiunto di ogni nuova infrastruttura in termini di crescita di occupazione, migliore attrattività turistica o di insediamenti produttivi.

Con l’obiettivo di aiutare i responsabili dell’attuazione e gestione delle opere infrastrutturali, sviluppate nell’interesse collettivo, affinché abbiano a disposizione dati fattuali, comprovati ed imparziali, utili a valorizzare i punti di forza e migliorare i punti di debolezza, Uniontrasporti ha realizzato per conto di Unioncamere e avvalendosi del supporto tecnico scientifico di SigmaNL, spin off dell’Università degli Studi di Genova, una valutazione dell’impatto socioeconomico e ambientale di venti opere strategiche nazionali.

La metodologia utilizzata, attraverso il RIA (Regulatory Impact Assessment), unisce i dati oggettivi (costi, tempistiche ed investimenti) alla capacità di ascoltare il territorio e trasformare le opinioni degli stakeholder in altrettanti dati obiettivi.

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I risultati della ricerca hanno evidenziato che l’investimento complessivo di queste venti opere pari a 43 miliardi di euro è in grado di creare un valore aggiunto per oltre 80 miliardi di euro. Per tutte le venti opere analizzate si evidenzia un RIA ratio maggiore di 1, in alcuni casi, come quello dello sviluppo del cargo aereo e Terminal passeggeri di Milano Malpensa si raggiunge un valore di 8,24 quindi un ritorno quasi 8 volte superiore rispetto all’investimento/costo.

Quando si parla di realizzazione di infrastrutture occorre però tenere presente anche l’aspetto normativo: utilizzando la medesima metodologia per valutare l’impatto delle recenti norme di semplificazione relative al DL 50/2016 (Codice degli appalti), è emerso come le varie modifiche apportate negli ultimi due anni al Codice degli appalti non abbiano portato vantaggi sostanziali. Al contrario, i risultati della valutazione hanno evidenziato la necessità di semplificare la normativa con poche regole certe e durature. In Italia esiste un’ipertrofia normativa che spesso rallenta lo sviluppo infrastrutturale e l’assegnazione delle risorse disponibili.

“Il nostro Paese può crescere solo grazie a nuove opere ma ha un urgente bisogno di una normativa più semplice e che soprattutto duri nel tempo. Le nostre valutazioni vengono oltremodo confermate anche dalle analisi realizzate qualche mese fa da ANCE che ha quantificato in circa 252 miliardi di euro il giro d’affari potenzialmente ottenibile attraverso la realizzazione di oltre 700 opere bloccate per un investimento di 72 miliardi di euro” – commenta l’ingegner Antonello Fontanili, direttore Uniontrasporti.

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Pubblicato il
20 Ottobre 2021

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