Mercato del libro da record
La lettrice Mirella Fulgidi di Roma ci segnala che, a differenza di quanto molti temono per il prevelare tra i giovani della dipendenza dal cellulare, il mercato dei libri sta fortemente aumentando. Sperando che non si tratti solo delle conseguenze dell’isolamento per la pandemia, riportiamo la nota che ci ha inviato:
Nei primi nove mesi dell’anno, il mercato del libro mantiene il proprio impressionante trend di crescita, registrando +25,3% in valore.
“E sono gli editori più piccoli, con un fatturato inferiore a 300.000 euro a registrare una vera propria impennata di vendite” ha detto Marco Zapparoli, presidente di ADEI, l’Associazione degli Editori Indipendenti. “Il valore degli “indie” ha raggiunto il 47%, con un fatturato in crescita del 28% rispetto al 2020; addirittura, i cosiddetti microeditori sono cresciuti oltre il 40%” conclude Zapparoli.
“La solidità degli indipendenti si conferma su più versanti” ha aggiunto Isabella Ferretti, vicepresidente ADEI con Francesca Archinto. “Nella fiction siamo cresciuti del 25%, nella straniera addirittura del 53%. Sul versante bambini e ragazzi, la crescita è del 27%.”
Domani, giovedì 14 ottobre alle 17,45, al Salone del Libro di Torino ci sarà un incontro tra editori italiani, indipendenti e non.
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La crescita del comparto dei mini-editori conferma che c’è bisogno di allargare il campo della carta stampata: e se i grandi giornali, come i grandi editori, sentono la forte concorrenza della TV che drena molta pubblicità, rimangono da coltivare e da far crescere le nicchie, spesso tematiche e più legate alle realtà locali. In sostanza, deve consolare il fatto che in Italia non si pubblicano solo i grandissimi autori da decine di migliaia di copie, ma anche i piccoli, spesso esordienti, che però parlano dei nostri temi: anche terra-terra, ma reali. E nei quali ci possiamo riconoscere senza complessi di inferiorità. Come del resto nel giornalismo: scriveva Indro Montanelli, da maledetto toscano pieno di ironia che “il giornalismo è un mestiere difficile, ma è sempre meglio che lavorare”.
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