TAR Toscana: altri due ricorsi da Livorno
FIRENZE – Erano già più di venti, solo in parte smaltiti: adesso a questa raffica di ricorsi al TAR se ne sono aggiunti almeno altri due importanti, rispettivamente contro l’assegnazione del sistema bacini di carenaggio ad Azimut-Benetti e contro la concessione del Mediceo per il porto turistico alla società che rientra anch’essa nel gruppo. Quindi tutto si blocca di nuovo, e non si sa fino a quando.
Sia chiaro: non è la maledizione di Tutankamen, ovvero qualcosa che scende dal cielo. La litigiosità sul porto labronico è la diretta conseguenza di un insieme di scelte maturate troppi anni fa – gli accordi di Roma benedetti dall’allora presidente della Repubblica Ciampi – e lasciati poi a dormicchiare da una parte nell’illusione che il tempo sanasse tutto, dall’altra che certe scelte si rivelassero non rivendicabili.
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Il salvataggio del cantiere navale Fratelli Orlando, dopo l’eroica (?) ma negativa esperienza della cooperativa, era diventata una priorità sociale che ha fatto accettare tutto. Oggi, a distanza di una generazione, l’ex cantiere navale diventato Benetti è una realtà consolidata a livello mondiale per i grandi yachts e sia pure con le sue difficoltà – la mancata vendita del terzo gigayacht pesa ovviamente sui conti – da lavoro a centinaia di specialisti, non solo a Livorno ma in tutto il territorio. La contropartita è che l’operazione immobiliare connessa è in corso, sia pure in ritardo e con tutti i problemi creati dalla pandemia: basta affacciarsi sull’ex Darsena Nuova per verificare la crescita di immobili più o meno residenziali dove un tempo c’erano capannoni e piazzali. E in diretto collegamento, doveva partire la realizzazione del “marina” nel Mediceo, vero e proprio polmone – secondo i progetti – dello stesso cantiere Benetti, per il refitting e la manutenzione invernale degli yachts (si è già scritto che refitting e manutenzione portano più utili della stessa costruzione). I nuovi ricorsi al TAR sul “marina”, dopo che la speciale commissione per l’assegnazione aveva passato al microscopio tutte le possibili cause ostative, non aiuta l’economia: anche se è comprensibile da parte di chi, in questi anni di interregno, ha utilizzato il Mediceo per attività sociali, diportistiche e qualche volta al limite delle concessioni.
Non ci permettiamo di entrare nel merito del problema: come non lo facciamo per quanto riguarda il ricorso sui bacini. Solo un’osservazione: il tempo, in economia, non è una variabile secondaria. Anzi, molto spesso è l’elemento determinante di un successo o di una sconfitta. Sperando che ad essere sconfitta non sia l’economia livornese.
A.F.
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