Don Chisciotte non abita qui con noi
LIVORNO – Ci hanno detto anche questo: ma perché diavolo lavorate, il vostro giornale va quasi sempre negli uffici, che nella stragrande maggioranza sono chiusi. Ragionamento derivato: statevene a casa e chiudete, aspettando tempi migliori invece di fare i don Chisciotte con la vostra Gazzetta.
Mi è sembrato giusto rispondere. E lo faccio senza arrivare a tacciare queste critiche/consigli di idiozia, come ha fatto il Corriere della Sera domenica, in un fondo sulle fake news e i consigli sballati.
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Primo fattore: intanto per fare il giornale stiamo a casa e quasi mai in ufficio, visto che ormai lo smart working per il lavoro giornalistico è fattibile; c’è costato qualche sacrificio organizzativo, ma rispettiamo la legge. E ci proteggiamo com’è possibile farlo.
Secondo fattore: se i giornalai sono aperti proprio per garantire l’informazione, anche noi dobbiamo e vogliamo farlo: con la carta stampata, che la tipografia ci assicura e che le Poste distribuiscono più o meno regolarmente (cioè con i soliti ritardi) ma anche con la nostra edizione sul web in versione digitale sfogliabile.
Terzo fattore: siamo dell’opinione che la pandemia, ormai a livello mondiale, non deve isolarci dal nostro mondo. Chi può deve continuare a lavorare, a informarsi, a produrre. Non servono solo le mascherine, serve riaffermare la consapevolezza che anche fuori dalle mura di casa nostra c’è chi continua a impegnarsi per mandare avanti la vita di tutti. C’è chi naviga, chi trasporta le merci, chi le consegna, chi le produce, chi vigila sulle strade per la nostra sicurezza, chi si spacca la schiena negli ospedali: e via ancora. Il mondo, fuori dalle nostre mura di casa, continua. E anche noi vogliamo esserci. Pure se qualcuno ci accusa di fare i don Chisciotte contro i mulini a vento.
Panta rei, diceva Eraclito: tutto passa, tutto trascorre. Ce la faremo anche contro il Covid-19: perché La vida es sueño (Calderon de la Barca) e almeno in sogno si può e si deve solo vincere.
A.F.
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