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Per l’Ambiente: “pietrificare” ogni progresso o piccoli grandi passi

DAVOS – Ci sono stati i grandi, i più grandi e anche le ragazzine del Gretina-show. E dal vertice mondiale in Svizzera a Davos, il cinquantesimo della serie, sono emerse alla fine due linee sostanziali di difesa ambientale: quella di pietrificare tutte le modernità che ci rendono la vita com’è nel lavoro e nel privato, per tornare a una visione totalmente bucolica del mondo; e quella, ovviamente più ragionevole e praticabile, di colpire progressivamente le fonti più note di inquinamento, ma in modo compatibile all’economia e allo sviluppo. Avendo presente che rispetto al passato non troppo lontano si stanno già facendo importanti progressi. Mi ricordo di Londra negli anni settanta: era grigia del fumo del carbone anche il centro della città, mentre oggi sul Tamigi si può di nuovo nuotare.

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Ha sintetizzato molto bene queste conclusioni il collega Giuseppe Turani di QN: bacchettando in modo signorile gli estremismi tipo Santa Inquisizione – che abbiamo raffigurato qui sopra con il celebre dipinto del Caravaggio, la testa della Medusa che pietrificava chi la guardava – e sottolineando che può e deve essere la stessa tecnologia condannata dai mega/ambientalisti ad aiutarci a migliorare il mondo.

I nostri quattro lettori, che appartengono verosimilmente al mondo della logistica, sanno bene che se la pasionaria Greta può attraversare l’Atlantico in catamarano a vela per non usare l’aereo che inquina, le merci e gli uomini e le donne che lavorano non possono fare altrettanto. Specialmente i giovani, che oggi con la globalizzazione devono essere sempre pronti con la 24ore per attraversare oceani e continenti.

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Però, in nome della sostenibilità ambientale, si possono fare tante piccole cose giornaliere e tanti grandi progetti. Tra le prime: in casa e in ufficio, ridurre progressivamente la plastica monouso, senza peraltro “guerre di religione” del tutto e dubito per non mettere in crisi un settore industriale importante; in città, utilizzare meno l’auto (e sull’ostracismo ai diesel bisognerebbe fare un discorso meno talebano) aiutare a cambiare i vecchi impianti di riscaldamento a gasolio, estendere il verde d’alto fusto pubblico e privato, insegnare nelle scuole i comportamenti “green” di piccoli e grandi.

Fermiamoci qui. Il settore della logistica e trasporti sta già facendo molto e a proprie spese: dal fuel delle navi al (prossimo) ricorso ai droni elettrici in città solo per citare due traguardi già raggiunti. Forse ha esagerato Trump tacciando rudemente gli ambientalisti che manifestavano a Davos da “profeti di sventure”: ma il mondo reale va affrontato con realismo e non con i sogni. Che abbiamo il diritto e il dovere di fare: ma senza pretendere che qualche Fata Turchina ce li realizzi di colpo con la bacchetta magica, senza pagar pegno.

Antonio Fulvi

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Pubblicato il
25 Gennaio 2020

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