Guinea e Singapore i nuovi covi della pirateria

Nella foto: I moderni pirati africani.
LONDRA – Malgrado il fenomeno della pirateria marittima sia a livello mondiale in calo, il golfo di Guinea, in Africa occidentale ha registrato una crescita assolutamente nuova del numero di equipaggi bloccati in attesa di riscatto. È quanto si evince dall’ultimo rapporto annuale del Centro sulla pirateria di IMB.
In totale, IMB ha registrato per il 2019 esattamente 162 fatti di pirateria in tutto il mondo, contro i 201 assalti dell’anno precedente. Sono incluse 4 navi dirottate, 11 fatte segno a fuoco di armi automatiche, 17 tentativi non riusciti di abbordaggio e ben 130 navi abbordate e rapinate.
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Il rapporto commenta che mentre la pirateria a livello mondiale registra un incoraggiante calo, rimane un rischio reale specialmente nel golfo di Guinea. Gli equipaggi presi per chiedere un riscatto nel golfo di Guinea sono aumentati del 50%, da 78 nel 2018 a 121 nel 2019, e rappresentano il 90% di quelli bloccati in tutto il mondo. Negli ultimi quattro mesi ben 64 marittimi sono stati rapiti in sei separati attacchi. Le dimensioni dell’area, la scarsa accessibilità della costa e spesso anche la mancanza di informazioni da parte degli stessi armatori – per evitare l’impennata dei costi assicurativi – sono tutte cause che rendono difficili controlli e interventi.
Anche lo stretto di Singapore ha visto aumentare gli atti di pirateria, con 12 attacchi, 11 dei quali nell’ultimo quadrimestre dell’anno Nel 2018 gli incidenti nell’area erano stati 3. Inoltre gli attacchi nell’area sono quasi sempre finalizzati ai furti a bordo, sia pure da parte di gente armata.
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