Darsena Europa, così Livorno può ripartire
LIVORNO – L’abbiamo già scritto a botta calda: un ministro non fa un governo, come una rondine non fa primavera. Però la mobilitazione che c’è stata giovedì scorso, con la breve visita del ministro delle Infrastrutture e Trasporti alla Toscana della logistica, ha aperto almeno alla speranza per l’opera più importante del porto labronico da mezzo secolo a questa parte.
Togliamoci, se volete, le implicazioni politiche – anzi, partitiche – degli incontri alla Regione e nella sala del LEM. Togliamoci anche il (legittimo) sospetto che la visita e le assicurazioni facciano parte della campagna elettorale per le prossime regionali. E infine, coraggio: togliamoci anche tutte le paure (o le speranze, a seconda dei punti di vista) sull’incerta durata di questo governo.
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Tutto ciò premesso, va dato atto all’Autorità di Sistema di Stefano Corsini di aver presentato un quadro chiaro, finalmente non sfumato né rinviato a postille varie, di quello che occorre per fare della Darsena Europa una realtà: con le risorse necessarie, con i passaggi temporali, con gli impegni che già esistono e con quelli che devono arrivare perché si entri nella fase dei fatti. È stato evidenziato che l’AdSP sta terminando le indagini geognostiche, dati sine qua non per poter avviare ogni operazione in mare. Corsini ha detto anche che le preoccupazioni di Pisa per il proprio litorale sono state prese in considerazione e che si sta facendo uno studio approfondito sull’influenza che avranno le correnti: con la postilla che 5 milioni di metri cubi di sabbie pulite andranno a rinforzare proprio le spiagge pisane. La Regione con Enrico Rossi e i suoi assessori partecipa al ballo, sia con risorse importanti – ne abbiamo parlato – sia con il piano di potenziamento della rete ferroviaria cargo a servizio dei porti di Livorno e Piombino, sia con impegni relativi anche alla viabilità: dai quali è arrivato anche un accenno, al momento prudente, per la soluzione dell’“imbuto” del Calambrone condizionato dalla sfociatoia dello Scolmatore in Darsena Toscana partecipazione dell’investitore privato: ovvero di quel gruppo – o insieme di gruppi – che partecipino alla costruzione e alla gestione della prima fase della Darsena Europa. Corsini ha ammesso che a ieri, a due giorni dalla scadenza del termine per le dichiarazioni d’interesse, le dichiarazioni non c’erano. Brutto silenzio, ma le strategie finanziarie dei grandi gruppi impongono a volte (si veda Alitalia) di tirare la corda fino all’ultimo. C’è un piano B e lo stesso Corsini l’ha accennato: se non ci saranno dichiarazioni d’interesse, si procederà a mettere la Darsena Europa fase 1 nel piano triennale delle opere e poi si andrà a gara con quello. Nessuno ha contestato. Anche perché ci è sembrato di cogliere, tra gli imprenditori livornesi di primo piano che erano in sala, un atteggiamento di fiducia che può significare solo una cosa: la ricerca comune, partendo dai grandi gruppi, di un accordo storico che riporti la pace sulle banchine livornesi e coaguli tutti intorno al grande sogno della Darsena Europa. Siamo ottimisti? Forse è l’ottimismo della ragione. Auguriamocelo.
Per il porto – anzi per i porti di Livorno e Piombino – siamo infine vicini a un appuntamento storico: il 19 dicembre, se non ci saranno rinvii, il Comitato di Gestione dovrà affrontare il nuovo regolamento per le concessioni sul demanio. Ci sono situazioni in sospeso estremamente delicate che riguardano terminalisti di primo piano (Lorenzini, Sintermar) ma anche imprese (Benetti per il Morosini) e servizi. Sarà la prova del nove che si vuol costruire e non continuare nella guerra dei pollai. Se vogliamo ripartire, bisogna che ci sia prima di tutto una spinta comune, con un porto che si lasci alle spalle tensioni e scontri fratricidi. Un vasto programma, lo capisco. Ma un’esigenza primaria.
A.F.
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