L’ambiente del mare come risorsa: anche Bruxelles comincia ad agire

BRUXELLES – A cicli ricorrenti, si torna a parlare nella sede della UE della salvaguardia del mare. Non solo a livello di ambientalismo puro, ma anche e specialmente sul piano dell’economia. Di recente anche la commissione pesca del governo italiano – o meglio: dell’ex governo in corso di sostituzione – sono stati recepiti dati preoccupanti: entro il 2050 il Mediterraneo rischia di diventare un mare sterile, almeno per quanto riguarda la pesca professionale. Stanno aprendo specie pregiate come il tonno rosso, gli stessi spada sono in diminuzione, e le storiche campagne alle acciughe che richiamavano sul Tirreno (tra Gorgona e Capraia) centinaia di zaccarene dalla Liguria e da Ponza (un’epopea raccontata anche da libri e da servizi giornalistici sulle grandi riviste internazionali) sono ormai solo un ricordo dei più vecchi. Qualche banco di acciughe sopravvive ormai solo al largo di Capo Corso, mentre le tonnare italiane stanno diventando cimeli turistici.

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