Forze Armate? Zitti zitti, piano piano…
LIVORNO – Non so se ci avete fatto caso, ma sui bilanci delle Forze Armate italiane si stende da qualche tempo un fitto velo di nebbia. I grandi media non ne scrivono: o al massimo scrivono qualcosa sulle pagine interne, quasi con pudore. Le stesse cerimonie che un tempo venivano enfatizzate – ne abbiamo scritto in occasione della partenza del Vespucci per la crociera estiva – sono tenute sottotraccia. Sarà solo un’idiosincrasia dell’attuale ministro? Anche lo stesso Salvini, che si veste spesso da poliziotto o carabiniere, sembra poco propenso a sottolineare gli sforzi che lo Stato ha fatto – e sta facendo – per non rendere obsoleto il nostro apparato militare. Ce ne vergognamo?
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Devo dire che ho rilevato un analogo atteggiamento anche in Francia, dove addirittura vieterebbero l’ingresso della stampa nei cantieri navali dove si costruiscono navi militari per i tanti clienti che la Francia coltiva: sul settimanale satirico “Le Canard enchainè” dei primi d’agosto un significativo articolo di Claude Angelì sottolineava che un contratto di costruzione per l’Arabia Saudita di 39 “patrouilleurs rapide” (corvette veloci) per 600 milioni di dollari viene accuratamente nascosto alla popolazione. E al varo di uno dei primi esemplari, il 24 luglio scorso, si è evitato accuratamente di invitare la stampa, ma solo poche autorità militari francesi ed arabe. Anche i francesi si vergognano delle proprie costruzioni navali militari? Eppure il costo della “force de dissuasione nucleare” – sottomarini e portaerei – costa oggi a ciascun francese 60 euro a testa e nel 2025 gli costerà 100 euro, secondo il generale Bruno Maigret capo delle forze armate aeree di Francia. Maigret si lamenta perché vorrebbe più bombardieri nucleari e plaude agli accordi franco-tedeschi per i super-jet d’attacco e i carri armati. Ma attenzione, che il popolo bove ne sappia meno possibile! E se l’Arabia Saudita – considerata un paese aggressore nella penisola arabica e con leggi ancora medioevali sui diritti umani – vuole navi ed aerei da guerra, benissimo: Pecunia non olet, dicevano già al loro tempo i romani. Che il pudico silenzio su tutto quello che è militare valga oggi anche al di qua delle Alpi?
Antonio Fulvi
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