Dogana e innovazione il punto al Propeller Club

Nella foto: (da sx) Massimo Ricasoli, Luigi Garruto, Massimiliano Bitossi, Gloria Giani Pollastrini, Stefano Garzelli, Riccardo Paoletti.
LIVORNO – Si è parlato del ruolo della Dogana nell’ultima conferenza del Propeller Club labronico, e delle sue due anime: quella dell’innovazione tecnologica e quella sempre più “estesa”, ed in tutte le possibili declinazioni, del controllo merci a tutela dei cittadini. Invitati dalla presidente Maria Gloria Giani Pollastrini i dirigenti Massimo Ricasoli e Luigi Garruto dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Livorno; e inoltre Massimiliano Bitossi e Riccardo Poletti dell’Istituto di Fisica Nucleare rispettivamente sez. Pisa/EGO-Virgo e sez. Pisa/Università di Siena e Stefano Garzelli, Ceo di Blue Team Computers.
Partendo dai dati 2016 della Dogana relativi al numero delle dichiarazioni merci import (8 mln) ed export (18,5 mln) forniti da Massimo Ricasoli, che testimoniano una ripresa se confrontati con quelli degli anni più critici, è evidente come, per la loro quantità, non sia possibile effettuare controlli su tutte le operazioni; ecco dunque che ricorrendo ad una tecnologia sempre più sofisticata, nella quale l’ente da anni investe moltissimo – ultima in ordine di tempo la telematizzazione dei varchi per ridurre gli stazionamenti – si riescono a raggiungere performance altrimenti impraticabili.
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Si è parlato dunque di preclearing, di corridoi doganali e di tutte le innovazioni che hanno contribuito a rendere L’Agenzia delle Dogane italiana un’eccellenza in termini di performance. Con la legge 169 inoltre si realizzerà a breve lo sportello unico doganale e dei controlli e le Dogane dovranno controllare la totalità delle merci, anche quelle che oggi sono sottoposte alla verifica di autorità diverse come nel caso dei controlli alimentari o veterinari. Da sottolineare, e lo hanno fatto i dirigenti doganali, che la sicurezza dei controlli sulle merci si riflette sulla sicurezza dei traffici portuali aumentando la competitività degli scali virtuosi. E soprattutto occorre pensare – ha precisato Garruto – che uno “sconto” sui controlli espone a serio rischio i cittadini che entrano in contatto con merci potenzialmente pericolose. Da qui l’intuizione della Dogana di Livorno di collaborare con l’Istituto di Fisica Nucleare per mettere a punto ed utilizzare in ambito marittimo in modo innovativo la tecnologia Terahearts per poterne utilizzare le caratteristiche di precisione e velocità.
La THz, presentata da Bitossi e Poletti dell’ISFN, che può essere utilizzata comunque anche in altri ambiti come quelli aeroportuali, di confine ed altri ancora, consente di individuare determinate materie all’interno delle diverse unità di carico – escluse quelle metalliche come i containers che potrebbero in ogni caso essere controllate velocemente dall’interno – fornendo un cambio totale di prospettiva in quanto, se prima era l’uomo a dover interpretare l’immagine sui video catturata dai raggi x per capirne la natura ora può cercare direttamente il “materiale” che gli interessa basandosi sulla evidenziazione di determinate frequenze molecolari tipiche di ciò che si cerca. Con ciò si riescono ad individuare – in tempo reale e con precisione – droga, rifiuti tossici, armi. Un sistema rivoluzionario che permette di bloccare traffici, anche aerei, in tempo reale, di fare controlli molto più estesi, che necessita inoltre di spazi più ridotti ed ha un costo dimezzato rispetto agli attuali scanner ma, soprattutto, non nuoce assolutamente alla salute dell’uomo. Il tutto si è tradotto in un progetto di software che ha partecipato ad un bando della Regione Toscana ed è stato cofinanziato con degli assegni di ricerca i cui tempi di ingegnerizzazione sono stimati in 18 mesi. Con questo software – ha detto Garzelli della Blue Team – si potrà intercettare il contenuto illecito in una unità di carico ed a quel punto, con l’attivazione di algoritmi attraverso la lettura di banche dati quali A.I.D.A. e altre piattaforme portuali, identificare la provenienza della merce, il proprietario e chi l’ha spedita. L’incontro fra Garzelli ed i due ricercatori dell’ISFN è stato del tutto fortuito ma ha prodotto un progetto in grado di dare una svolta determinante sotto il profilo della precisione e dell’immediatezza ai controlli sulle banchine e questo – ha detto lo stesso ideatore – fa riflettere sulla necessità che la ricerca esca dai laboratori per incontrare l’impresa e mettere concretamente a frutto i suoi studi. Nel corso della serata sono stati mostrati da Bitossi le applicazioni possibili della THz nei porti – e non solo – attraverso i sensori ai gate d’uscita e anche con sensori passivi di radiazioni per il rilevamento del contrabbando dei rifiuti. I rilevatori THz per la loro facilità di trasporto potrebbero essere anche montati su droni o veicoli elettrici e lavorare H24 su superfici molto estese come quelle dei grandi terminal, sempre in relazione con i database delle Dogane ma anche dei terminalisti. La tecnologia risulta inoltre estremamente interessante anche per i corrieri espressi per il controllo sistematico dei pacchi postali sul nastro trasportatore. Il progetto per l’applicazione della THz in ambito portuale è stato ritenuto cruciale dalla Regione Toscana ma l’ISFN ne ha diversi altri in cantiere, uno dei quali volto a contribuire al programma di sicurezza dei porti nei domini marittimi della Nato.
Nel corso della serata, molto partecipata da soci, ospiti ed autorità, la presidente Giani ha annunciato di aver organizzato in collaborazione con le Dogane per il mese di gennaio altri incontri sul cyber crime e sulle contraffazioni su web.
Cinzia Garofoli
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