Visita il sito web
Tempo per la lettura: 3 minuti
FEDERLOGISTICA

Falteri: dove sbagliano industria e logistica ancorate a vecchie idee

«Occorre una alleanza fra chi fabbrica e chi movimenta»

GENOVA. Un doppio errore ha caratterizzato la visione di molte imprese. L’uno: l’«attenzione concentrata per anni sul solo costo del lavoro delle imprese» ha avuto nel medio e lungo periodo un «effetto che si è rivelato depressivo per il mercato». L’altro: l’approccio alla logistica considerata «solo come un costo da tagliare e comunque da terziarizzare senza particolare focus sulla sua organizzazione, anziché – questo è il punto – su una logistica come valore aggiunto in grado di determinare la competitività di un prodotto finito del Made in Italy». C’è bisogno di avere un respiro più lungo e voltare pagina. Per fare cosa? Per «costruire insieme una piattaforma di dialogo» che coinvolga «industrie produttrici, distribuzione e operatori logistici». Lui è Davide Falteri e guida Federlogistica, la sigla della galassia Conftrasporto-Confcommercio: parte da qui per  «lanciare una proposta concreta e del tutto innovativa di integrazione e collaborazione con le principali componenti del sistema economico del Paese»: lo ripete segnalando che sta in questa nuova capacità di alleanza la «formula vincente», invece che in «battaglie spesso sterili su dazi e burocrazia».

Davide Falteri, presidente di Federlogistica

Il numero uno di Federlogistica ne ricava l’idea per una proposta che affronti questo scenario di trasformazione «con serietà e visione questa trasformazione»: è indispensabile istituire «una “cabina di regia” nazionale permanente, composta dagli operatori del settore, ma anche dalle principali rappresentanze dei gruppi industriali che operi in maniera diligente, continuativa e scientifica nella definizione delle strategie logistiche del Paese».  Falteri sente l’esigenza di «un luogo di coordinamento e visione, che interloquisca stabilmente con la “comunità” delle imprese, con il mondo della logistica in senso più ampio, e con tutta la filiera: trasporto marittimo, ferroviario, terrestre, aereo, spedizioni, logistica integrata, armatori, terminalisti, operatori aeroportuali e industria che deve cessare di essere una controparte».

Falteri sottolinea che la logistica è un fattore decisivo nel costruire la competitività eppure troppo spesso è snobbato: «Oggi – afferma – il peso della logistica sulle filiere produttive è spesso sottovalutato: dai beni di largo consumo all’e-commerce, la variabilità dei costi è alta e può incidere in misura sensibile sul valore finale dei prodotti». Non è azzeccato «limitarsi a leggere la logistica solo in chiave di costo»: significa «perdere l’occasione di trasformarla in un elemento strategico per la crescita». E questo ancor di più in «un Paese ancora fortemente caratterizzato dalla frammentazione produttiva e da una logistica poco integrata»: per il presidente di Federlogistica è «urgente cambiare approccio».

La logistica dev’essere vista come «una rete invisibile che collega tutto il mondo» ma anche qualcosa di più: consente di «sapere esattamente dove va la merce, anche oltre il mondo del container». Ecco il motivo della sottolineatura del fatto che un moderno approccio alle spedizioni («sempre più tracciabili e intelligenti») è il passo decisivo per acquisire «dati fondamentali» e «comprendere i mercati di destinazione», così da costruire «strategie di marketing territoriale a vantaggio del sistema industriale».

Falteri guarda a un ruolo nuovo della logistica, «soprattutto quando è interoperabile, interconnessa, autoregolata e governata da sistemi “just-in-time” potenziati da intelligenza artificiale»: le reti produttive e distributive possono essere rese «più efficienti e resilienti». È un approccio «già adottato dai grandi player globali» ed è – avverte – una «leva competitiva essenziale per rafforzare l’export italiano e, al contempo, per garantire l’importazione efficiente delle materie prime e dei componenti del nostro sistema manifatturiero».

C’è anche un elemento ulteriore: la logistica è «anche comunicazione». E, dunque, attraverso la gestione integrata dei dati, –  viene messo in evidenza – si possono estrarre «in tempo reale informazioni sulle rotte, sui flussi e sulle destinazioni». Da tradurre così: la logistica è «capace non solo di aprire nuovi mercati, ma anche di leggerli, interpretarli e supportare l’industria nel costruire relazioni commerciali strategiche». Oggi per Falteri la comunicazione stessa «è diventata logistica»: basti pensare al fatto di «muovere i dati, renderli interoperabili, utilizzarli per raccontare e posizionare il prodotto nel mondo». Tutto questo è «parte integrante della catena del valore»: perciò la logistica evolve «da funzione operativa a leva di marketing avanzato».

Pubblicato il
17 Aprile 2025

Potrebbe interessarti

Drill baby, drill

La guerra dei dazi annunciata da Trump sta innescando una inedita rivoluzione non solo commerciale, ma anche politica. E le rivoluzioni, come scriveva Mao nel suo libretto rosso, “non sono un ballo a corte”....

Leggi ancora

La quiete dopo la tempesta

Qualcuno se lo sta chiedendo: dopo la tempestosa tempesta scatenata a Livorno dall’utilizzo del Tdt per le auto di Grimaldi, da qualche tempo tutto tace: sul terminal sbarcano migliaia di auto, la joint-venture tra...

Leggi ancora