Idrogeno sicuro, Bureau Veritas la prima a certificarlo
La tecnologia si sviluppa solo se si garantisce affidabilità
MILANO. Difficile dubitare che sia l’energia del futuro prossimo venturo, ma per l’idrogeno resta una incognita: come trasportarlo in condizioni di sicurezza? Da Bureau Veritas Italia arriva una risposta operativa: per primo ha rilasciato un certificato di approvazione di tipo. «È un importante riconoscimento –viene fatto rilevare – della conformità del prodotto agli standard di sicurezza e affidabilità richiesti per l’utilizzo nelle infrastrutture di trasporto dell’idrogeno». “Importante”, anche perché solo dando risposta a questi interrogativi sulla affidabilità in termini di sicurezza si possono immaginare «reali possibilità di sviluppo delle energie e dei combustibili alternativi».
«In questo trasporto – è qui il passaggio-chiave – il giunto dielettrico svolge un ruolo cruciale nell’isolamento elettrico delle “pipeline”, proteggendolo da correnti vaganti che potrebbero causare corrosione e garantendo l’integrità del sistema».
L’emissione di questo certificato da parte di Bureau Veritas Italia viene considerata «un passo significativo nello sviluppo di soluzioni tecnologiche sicure e affidabili per una filiera energetica emergente». In tal modo si potrà contribuire a promuovere «l’adozione di questo vettore energetico» (è così che si supportano gli «sforzi di transizione verso fonti più sostenibili e, quindi, in direzione di una effettiva decarbonizzazione»).
Giorgia Ferraris, che in Bureau Veritas Italia guida il settore industria e mobilità, in occasione dell’Omc tenutosi il 9 aprile, ha consegnato il certificato a Cataldo Ruppi, amministratore delegato di Alfa Engineering: «Questa certificazione – dice Ferraris – è un tassello fondamentale per sviluppare in sicurezza le reti idrogeno». Aggiungendo poi: «Il valore aggiunto di Bureau Veritas risiede nelle competenze che derivano dall’esperienza nel mondo oil&gas, dalla profonda conoscenza normativa e dalle conoscenze specifiche dei materiali metallici e non e delle saldature specifiche per l’idrogeno».
«Il percorso che ci ha portato a questo importante passo in avanti non è stato semplice: al contrario, l’obiettivo è stato raggiunto solo dopo numerosi confronti tecnici e test di laboratorio», dice Ruppi. «Lo scorso 29 novembre abbiamo fatto il punto sull’idrogeno durante una giornata studio che ha coinvolto molti soggetti nazionali ed internazionali. In quell’occasione, Simone Mausoli di Bureau Veritas anticipava con orgoglio che questo traguardo sarebbe stato prossimo: oggi lo stiamo coronando con molta soddisfazione».