L’ucraina Metinvest rilancia Piombino
ROMA – Il programma adesso finalmente c’è, nero su bianco. La nuova acciaieria di Piombino, che sta per nascere dalle ceneri del vecchio impianto Ilva, produrrà a regime intorno ai tre milioni di tonnellate di acciai speciali, ricavati da rottami ferrosi e ghisa. L’accordo tra l’ucraina Metinvest e l’italiana Danieli, sottoscritto la settimana scorsa con la benedizione del Ministero italiano delle Imprese, entrerà in vigore a metà dell’anno: tempo necessario per mettere a punto con la Danieli i dettagli della ricostruzione e in particolare del forno elettrico, cuore di tutta l’acciaieria.
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Le ricadute della nuova realtà sono in fase di valutazione; ma è facile capire che ci sarà non solo un rilancio della produzione dell’acciaio (l’accordo sottolinea: “a basso impatto ambientale”) ma anche dell’indotto, che comprende il porto e i suoi traffici. Con l’acciaieria, con il potenziamento dell’hub del GNL proposto nell’ambito della richiesta di mantenere a banchina il rigassificatore galleggiante, con le prospettive molto evidenti di lanciarsi sul mercato della ricostruzione delle città ucraine martoriate dalla guerra della Russia, Piombino si affaccia su un futuro più che promettente. Aggiungiamoci che prima o poi sarà completato l’annoso collegamento superstradale con l’asse nazionale costiero; prima o poi ci sarà anche un raccordo veramente efficiente per il cargo ferroviario; prima o poi GIP sarà in grado di espletare in pieno tutti i suoi numerosi programmi, comprese altre costruzioni navali e le progettate demolizioni (il cerchio con le acciaierie sarà così operativo): prima o poi, in conclusione, il polo di Piombino tornerà ad essere uno dei polmoni dell’economia della regione. Sulla terra, ma anche sul mare.