Investimenti green, le incertezze
BRUXELLES – Un’indagine europea di Better Finance, la Federazione Europea degli Investitori e degli Utenti di Servizi Finanziari, su investitori retail in Francia, Germania e Italia, rivela che il 59% considera la mancanza di prove concrete sui piani climatici il principale ostacolo al supporto delle proposte aziendali nelle assemblee generali per investimenti green. Nonostante una familiarità media del 67% con i temi di transizione climatica, emerge una forte richiesta di trasparenza e semplicità nelle comunicazioni aziendali. Inoltre, il 59% degli investitori desidera discussioni più frequenti sui temi climatici, evidenziando l’urgenza di strategie aziendali più concrete per soddisfare la crescente domanda di sostenibilità e fiducia.
Il rapporto fornisce un’analisi approfondita del ruolo degli azionisti nella transizione dei flussi di capitale in Europa, articolandosi in cinque capitoli che descrivono sfide e opportunità per un maggiore coinvolgimento degli azionisti. Lo studio esamina gli sforzi di decisori politici, investitori professionali ed emittenti aziendali nel superare barriere strutturali e normative, promuovendo investimenti di transizione efficaci per raggiungere obiettivi climatici concreti. Tra i dati principali, il 39% degli investitori supporta aziende con piani di transizione chiari, mentre il 32% identifica la complessità delle risoluzioni come un ostacolo al coinvolgimento.
Primo Capitolo: diritti degli azionisti e ostacoli riscontrati: Nonostante i progressi nella semplificazione dei meccanismi di voto e l’introduzione di opzioni di voto a distanza, persistono significative barriere in Europa, tra cui la frammentazione delle normative nazionali e la complessità delle catene di intermediari. La natura consultiva di molte risoluzioni, rispetto a quella vincolante, limita ulteriormente il potere decisionale degli azionisti.
Le soluzioni proposte per colmare il divario nei meccanismi di coinvolgimento includono il rafforzamento delle politiche di trasparenza e la standardizzazione dei processi delle assemblee generali annuali. Strumenti come la Direttiva sui Diritti degli Azionisti II (SRD II), parte dell’iniziativa Capital Markets Union (CMU), mirano a eliminare le barriere alla partecipazione, semplificare la trasmissione delle informazioni e consentire un’efficace partecipazione transfrontaliera. Tuttavia, restano criticità legate all’allineamento con normative più ampie come il Sustainable Finance Disclosure Regulation (SFDR) e il Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD).
Secondo Capitolo: interesse e supporto per la transizione degli investitori al dettaglio: I risultati mostrano che il 67% degli investitori retail in Europa ha familiarità con i concetti di investimenti di transizione e piani climatici, dimostrando un interesse crescente verso queste tematiche. Tuttavia, il 59% degli investitori lamenta la mancanza di prove concrete da parte delle aziende, mentre il 32% individua nella complessità delle risoluzioni un ulteriore ostacolo al supporto. Inoltre, il 59% degli intervistati richiede discussioni più frequenti e chiare sulle strategie aziendali durante le assemblee generali.
Questi dati sottolineano la necessità di una comunicazione più chiara e accessibile, così come l’inclusione frequente di argomenti legati alla transizione climatica, per garantire che le preferenze degli azionisti siano riflesse nei processi decisionali aziendali.
Terzo Capitolo: Investitori istituzionali e associazioni: Gli stakeholder istituzionali riconoscono l’importanza degli investimenti di transizione, ma il loro livello di coinvolgimento resta incoerente, in gran parte a causa di barriere normative e inefficienze nei processi di voto transfrontaliero. La collaborazione tra investitori, politiche di coinvolgimento strutturate e protocolli di escalation rappresentano strumenti fondamentali per migliorare la trasparenza e la partecipazione.