LIVORNO – It’s a long way to Tipperary cantavano i poveri soldati inglesi-irlandesi mandati a combattere nelle colonie del lontano Oriente. Con tutta la nostalgia per Tipperary, la loro cittadina. La canzone era diventata, per alcune generazioni, il song del rimpianto, ma anche del tempo: ci vuole ancora tanto tempo per tornare a casa.
Che c’entra: forse l’abbiamo presa larga, ma il song degli irlandesi torna in mente quando si parla dei lavori per l’avvio del nuovo, grande, atteso (e contestato) “Marina” sul Porto Mediceo labronico. In aprile era stato annunciato che sarebbero cominciati i lavori: poi si è detto subito dopo l’estate, ma al momento non si vede traccia. Nel frattempo sono aumentate a dismisura le barche – anche non piccole – ormeggiate nei pontili del “muro del pianto”, vista anche la mancanza di concessione che ormai impera nell’area da quasi due anni. Il problema è che quelle barche, almeno in teoria, dovrebbero essere tutte dislocate in Darsena Nuova: ma il calcolo è stato fatto sulla base di presenze di alcuni anni fa, che erano poco più della metà di oggi. Lo testimonia anche la foto piccola che pubblichiamo, in cui si vede bene l’area del muro del pianto. Come si risolverà la questione?
Tutta la zona del Mediceo è in fase di profonda trasformazione, anche in stretta relazione alla nascita del “Marina” ma in particolare per la nuova viabilità, che dovrebbe evitare alle auto di passare attraverso il ponte mobile dell’Andana delle Ancore e arrivare alla parte ovest del Mediceo attraverso il prolungamento di via Fagni (ingresso da viale Italia, subito dopo il monumento al cantiere ex Orlando. Nel piano regolatore di massima cui si fanno riferimento le concessioni, è previsto il recupero totale della banchina ex 75 – destinata alle crociere in attesa che nasca il polo della Porto 2000 – e anche degli spazi davanti alla stesa banchina, oggi uno sterrato circondato da erbacce che certo non presenta bene Livorno ai croceristi. Nell’area sottratta alla Lega Navale Italiana e in parte all’Assonautica dovrà nascere un piazzale con relativa rimessa destinata ai mezzi nautici della Polizia, un tempo sulla parte terminale del “muro del pianto” ma con la necessità di avere più spazi e già banchina. Per quest’ultima si prevede di destinare ai mezzi della Polizia un tratto della banchina all’interno del Mediceo, tra la concessione allo YCL e la banchina dei mezzi militari (imbarcazioni scuola vela dell’Accademia, dragamine ed altro). Dovrà probabilmente essere sfondato un tratto delle antiche mura medicee, come fatto per il deposito degli scafi a remi della stessa Accademia Navale.
La “rivoluzione” del Mediceo dunque non si fermerà al “Marina” ma investirà tutto il suo braccio verso il mare, compreso il recupero – già iniziato ma da anni sospeso – delle cannoniere dell’ex Forte della Bocca, una struttura di grande valore storico ed architettonico. Nelle previsioni si è anche parlato di creare una piccola darsena sulla testata della Calata Orlando per le imbarcazioni dei piloti (da trasferire dall’attuale ubicazione) ma il progetto viene contestato perché la suddetta darsena sarebbe troppo battuta dai venti e dalla risacca di traversia.
Insomma, per gli scettici e per tutti coloro che speravano in tempi più veloci, It’s a long way to Tipperary. (A.F.)