GIOIA TAURO – Il progetto originario del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria, il famoso ponte sullo Stretto di Messina, individuava Gioia Tauro come porto di stoccaggio dei conci prefabbricati e delle bobine dei cavi per la costruzione del viadotto e costituiva, secondo la portuali locale, una sensibile interferenza con la operatività dello scalo, dovuta all’ormeggio delle navi che trasportavano tali materiali presso l’accosto “alti fondali” della banchina di levante in concessione a MCT SpA; ne risultava anche la interruzione della continuità logistica dovuta al passaggio di tali materiali verso aree retrostanti non in concessione.
Già nel corso della conferenza dei Servizi che il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti ha promosso in data 16 aprile 2024, l’ Autorità di Sistema Portuale aveva depositato un congruo parere, sottolineando l’impatto negativo e le dannose interferenze di tale progetto con le attività dei soggetti terminalisti, MCT in primis, e della operatività portuale in genere. Si descrivevano, cioè, le potenziali conseguenze negative che la “revoca” anche di una piccola parte di concessione del terminal contenitori e la interruzione della continuità logistica avrebbe potuto comportare sulla economia del porto.
Nel contempo – ricorda l’AdSP – è stata fornita una proposta risolutiva, anche in esito a sopralluoghi ed incontri con i tecnici della società “Stretto di Messina Spa”, consistente nella infrastrutturazione della parte sud del bacino di evoluzione e l’utilizzo per le aree di stoccaggio delle aree retrostanti.
La soluzione proposta dall’Autority, di concerto con la locale Capitaneria di Porto, è stata adesso accolta e successivamente confermata nel corso di una recente interlocuzione con il costruttore, avendo sciolto la Autorità Marittima la riserva sulla assoluta non interferenza con l’attuale bacino di evoluzione delle navi.
La società costruttrice del Ponte utilizzerebbe – secondo un cronoprogramma ufficioso fino al 2032 – le aree a sud ovest del bacino di evoluzione portuale, ed anche una parte delle aree retrostanti al terminal containers, al netto delle recenti acquisizioni operate dal terminal contenitori e previ accordi con il Consorzio Regionale per le attività produttive, titolare delle aree.
L’AdSP dei mari Tirreno Meridionale e Ionio ha manifestato la più grande soddisfazione per la proficua sinergia intercorsa con la Autorità Marittima ed il team della società Stretto di Messina, coordinato dall’ingegner Valerio Mele, nel tentativo coronato da successo di rispondere pienamente alle esigenze di accosto e di spazi di deposito e lavorazione per la costruzione di un’opera strategica per la Nazione, e la necessità altrettanto imprescindibile di salvaguardare l’operatività del porto commerciale evitando la diminuzione delle banchine commerciali e dei piazzali assentiti alla logistica dei contenitori.
Tale soluzione ha riscosso altresì il compiacimento dei terrminalisti MCT e Automar, impegnati ormai da un quinquennio nel rilancio del transhipment nello scalo gioiese, con nuovi investimenti nell’equipment portuale e nuovi record commerciali. E una lettera personale recapitata nei giorni scorsi al presidente Agostinelli testimonia la soddisfazione dell’armatore MSC per la soluzione che soddisfa da una parte le esigenze del costruttore, evitando nel contempo dannose interferenze alle operazioni del terminal.