LIBRI RICEVUTI – “Il crollo di Babele” di Paolo Benanti

Edizioni San Paolo

Questo non è un libro da prendere alla leggera: anzi. Già il sottotitolo “Che fare dopo la fine del sogno di internet?”, con il suo significativo punto interrogativo, apre la stura delle considerazioni anche preoccupanti. Sono complessivamente 309 pagine scritte da un teologo francescano che si occupa a tempo pieno di bio-etica e tecnologie avanzate, gestione dell’innovazione, internet e dell’impatto della digital age. Una sua dissertazione di dottorato, dal titolo “The Cyborg: corpo e corporeità nell’epoca del postumano” ha vinto l’importante premio Belarmino/Vedovato a Roma. Non vi basta? Oltre a collaborare alla presidenza del Consiglio dei ministri italiano, è membro della High Level Advisory Board sulle intelligenze artificiali delle Nazioni Unite.

Ho sintetizzato le referenze di Paolo Benanti: molto più difficile sintetizzare le sue tesi, sviluppate con puntigliosi riferimenti ai vari passaggi ed ai vari personaggi della storia del digitale, con la nascita di internet, le sue infinite connessioni, quel mostro che oggi ci condiziona tutti ovvero lo smartphone, fino ai neologismi che pochi di noi ancora conoscono ma che sembrano inquadrare una nuova era, quella di TESCREAL (Transumanesimo Estropianesimo, Singolaritanismo, Cosmismo, Razionalismo, Altruismo Efficace e Lungotermismo) definita in termini anche catastrofici (i rischi esistenziali e l’estinzione umana). Dobbiamo queste considerazioni a due filosofi della Silicon Valley l’eritrea Timnit Gebru e l’americano Emile P. Torres.

Quando mi sono accinto al compito di leggere le 300 pagine del libro, non avevo idea delle difficoltà anche semantiche che avrei incontrato. Il mondo di internet e quello conseguente, oggi in grande spolvero, dell’IA, sono abbondantemente estranei a un vecchio giornalista che già fatica a gestire il cellulare. Però devo ammettere che la lettura mi ha affascinato: dalla storia dei primi linguaggi umani alla nascita della Storia – quella con la maiuscola, databile con la scrittura – fino ai prossimi passi già avviati, la colonizzazione dello spazio e il superamento di internet, sono tutti gli elementi che giustificano il titolo del libro (“Il crollo di Babele”) e i tanti, tantissimi dubbi sulle direzioni che l’umanità si accinge a prendere.

Morale: da maneggiare e leggere con cura, attenzione e in tempi lunghi. Ma ne vale la pena.

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