POT Livorno ed altre historie

LIVORNO – Varare un piano operativo triennale, per una AdSP come quella di Livorno che naviga da sempre sulle emergenze continue, non è un ballo a corte (scusate la citazione di Mao Zedong). Naturale dunque che nella atipica ma comprensibile riunione congiunta tra commissione consultiva e partenariato, martedì scorso a Palazzo Rosciano, si siano sentite molte voci e non tutte d’accordo. L’incontro è servito, come doveva, a mettere a punto le quasi 200 pagine della bozza. Proviamo ad estrarne alcuni punti, emersi dagli interventi numerosi e a volte urticanti (Bonistalli, Marcucci, De Filicaia, Alberti, Dari, sindacati etc) ma sempre collaborativi.

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Primo risultato: la stravagante (per non dire peggio) idea di far pagare ai terminalisti i dragaggi e la manutenzione del fronte acqueo, che aveva prodotto anche una dura lettera di Confindustria locale, è stata ritirata. Ci ha picchiato sopra in particolare Marcucci, ma non solo lui. De Profundis, non val la pena di soffermarcisi ancora.

Secondo risultato: il “mal di Rixi”, che nei giorni scorsi ha attraversato trasversalmente non solo il porto ma anche la Regione e l’interporto, è stato ridimensionato. L’AdSP almeno al momento va avanti con il programma della Darsena Europa e il commissario Guerrieri ha promesso che la gara per la costruzione e la gestione “ci sarà nel 2025”. Ce lo segnamo sul calendario, sperando che non sia verso la fine.

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