ROMA – L’autotrasporto merci è in una fase difficile e lo testimoniano le analisi di settore. “Alla politica non chiediamo di fare delle discriminazioni, perché le discriminazioni, quelle tra grandi e piccoli operatori, sono il principale problema che affligge il settore dell’autotrasporto. Alla politica chiediamo solamente di tappare le falle che si sono create”. Con queste parole Anna Vita Manigrasso, presidente nazionale di ASSOTIR, ha introdotto la ricerca “Analisi economica dell’Autotrasporto italiano degli ultimi dieci anni, basata sui Bilanci delle imprese: peso, composizione e stato di salute del Settore” dalla quale emerge che il settore si riconferma strategico ma con evidenti squilibri al proprio interno.
La presentazione si è tenuta a Roma, presso l’hotel dei Borgognoni, alla presenza tra gli altri, dell’onorevole Salvatore Deidda, presidente della Commissione Trasporti della Camera dei Deputati; dell’onorevole Andrea Casu, vicepresidente della Commissione Trasporti della Camera dei Deputati; e dell’onorevole Roberto Traversi, esponente Commissione Trasporti della Camera. A loro in particolare, la presidente di ASSOTIR ha ribadito i quattro interventi che l’Associazione ritiene necessari: la disciplina della subvezione, per contrastare il fenomeno dell’intermediazione parassitaria; il rispetto dei tempi di pagamento stabiliti dalla legge; il riconoscimento economico dei tempi di attesa al carico e scarico delle merci; la reintroduzione di costi minimi obbligatori.
La ricerca – che si basa sui dati economici e finanziari ricavati dai bilanci degli ultimi 10 anni di oltre 37mila imprese che operano nel settore – è “Una fotografia che rappresenta in maniera reale il pessimo stato in cui versa un settore, quello dell’autotrasporto, che riunisce il 2% di tutte le imprese italiane e rappresenta il 3,4% del Pil” ha detto ancora. Dimostra in maniera inequivocabile che i colossi dei trasporti hanno un ruolo “marginale”, nella maggior parte dei casi fungono da intermediari: raccolgono le commesse e affidano il servizio ai player più piccoli. Nonostante questo, però, sono i soggetti che incassano la fetta più grande degli utili, scaricando i costi – a iniziare da quelli ingenti per la transizione energetica e per la sicurezza stradale – sui soggetti più piccoli.
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