MILANO – Il vino italiano, uno dei punti forti del nostro export, sta sul saliscendi: nel senso che nei primi sei mesi dell’anno l’export e i consumi interni sono calati, mentre in questa seconda parte dell’anno l’export è ripreso con forza, specie in alcuni paesi.
Dal recente rapporto di Nomisma (Report Wine Monitor) si ricava l’impressione che ci sia stato – e continui – in calo dei consumi interni intorno al 3%, legato probabilmente alla difficile congiuntura economica delle famiglie, che risulta più accentuato sui bianchi e frizzanti (salvo che per gli spumanti, che reggono). Nell’export c’è stato un calo nei primi tre mesi dell’anno che ha investito i principali dodici mercati globali (che rappresentano, sempre secondo l’indagine, il 60% degli acquisti mondiali di vino). Successivamente l’export è ripreso, in particolare nei paesi dell’occidente: negli USA l’incremento è arrivato al 5,7%, nel Regno Unito al 4,7%, in Canada all’1,3%. La Germania al contrario s’è fermata: -9%, un calo che la dice lunga sui problemi dell’economia tedesca. In calo anche l’export nei paesi asiatici, in particolare Cina, Giappone e Corea del Sud.
Per leggere l'articolo effettua il Login o procedi alla Register gratuita.