Piombino, guerra sul gas

Nella foto: Il rigassificatore a Piombino.

PIOMBINO – Non si chiama più Golar Tundra bensì Italy LNG, lavora ormai da due anni in posizione decentrata del porto, ha una capacità di rigassificazione di 23 miliardi di metri cubi e fornisce “un contributo importante, si dice fondamentale, per il sistema italiano del gas”. I rigassificatori italiani tra l’altro stanno ormai fornendo più gas del gasdotto principale, quello di Mazara del Vallo (Sicilia sud-occidentale), che arriva dall’Algeria. Ma anche per Italy LNG non sembra esserci pace. Secondo gli accordi politici firmati al suo insediamento, la nave dovrebbe essere trasferita sulle coste liguri, al largo di VADO Ligure, entro la fine dell’anno prossimo: ma il terremoto politico nella regione Liguria sembra aver cambiato le carte in tavola perché mentre la presidenza Toti aveva dato l’assenso, l’attuale presidenza ad interim si è espressa nettamente contro, ed ha chiesto di rivedere gli accordi, sulla base anche dei movimenti “popolari” e Nimby che non avevano mai accettato l’idea.

Rimarrà dunque a Piombino la grande Italy LNG?

Il sindaco della città, Francesco Ferrari, ha ribadito il suo nient alla permanenze in occasione all’incendio su un traghetto avvenuto nei giorni scorsi, sia pur su una banchina lontanissima dal rigassificatore. I tecnici confermano che i codici di sicurezza dell’Italy LNG sono imponenti, “come quelli della Nasa”, quindi in ogni caso non ci sarebbe stato pericolo. Ma il sindaco insiste nel trasferimento, e chiede a gran voce di attuale gli accordi secondo il “piano Giani”, comprese le famose compensazioni che erano state promesse all’arrivo della Golar Tundra e al momento sono rimaste “una fabbrica di chiacchiere”.

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