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Terminal Darsena Toscana, i “caveat” del cluster portuale

LIVORNO – “Abbiamo consegnato, nella sede che il Legislatore ha assegnato alla Comunità portuale, due richieste, che l’Autorità di Sistema Portuale ha condiviso: la conferma nel nuovo Piano Operativo Triennale, che individua gli obiettivi della Pubblica Amministrazione, dell’incremento del traffico contenitori (diminuito dagli 800.000 del 2016 ai 650.000 del 2023); l’adesione a quell’obbiettivo del nuovo concessionario che dovrà dettagliare nel proprio piano d’impresa – come prescrive la Legge – se e come intende perseguire quell’obiettivo e gli eventuali altri – che il Piano Regolatore definisce “secondari”, e se questi saranno in aggiunta a quelli che ha attestato da anni nel porto di Livorno.”

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È questo l’incipit del testo della seconda nota ufficiale consegnata all’AdSP (e alla stampa quotidiana livornese) dal cluster portuale capitanato da Confindustria della costa, con le firme anche di Asamar, Spedimar, CNA-Fita, Confetra e Lega Coop Area Vasta Toscana. Una nota che così segue, testualmente.

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“Il tenore e lo scopo della nostra lettera il cui contenuto era molto chiaro e facilmente comprensibile ai più è proprio la difesa del lavoro e dell’appetibilità commerciale del porto di Livorno che non può prescindere dal traffico contenitori per il quale giova ricordare che organi pubblici, come in primis la Regione Toscana e la stessa AdSP, hanno investito e continuano a farlo ancor oggi ingenti risorse pubbliche proprio per migliorare la qualità infrastrutturale del porto stesso ed essere più appetibile per il mercato dei contenitori; basti ricordare la Darsena Europa e l’allargamento del canale di accesso proprio alla Darsena Toscana, tutte opere fatte per consentire alle navi contenitori di maggior tonnellaggio di poter scalare il nostro porto.

“Non si comprende quindi, in un documento così conciso e sobrio, dove siano le menzogne: salvo che siano rappresentate dalle preoccupazioni dei nostri Associati che invece aumentano anche in seguito all’annuncio di ulteriori attività “secondarie” previste in Darsena Toscana per i primi giorni di luglio mentre ristagnano quelle per contenitori.  

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“Preoccupazioni che potranno essere superate solo da una pronta definizione degli Atti richiesti dalla Comunità portuale.

“Anche perché non ci risulta che diversamente quei traffici sarebbero migrati verso altri scali perché, sempre a quanto ci risulta, l’operatore interessato aveva già negoziato tutti i termini essenziali per la prosecuzione del rapporto con Cilp.

Francamente non ci aspettavamo che il Presidente dell’International Chamber of Shipping (ICS) usasse toni non usuali verso Colleghi imprenditori.

“Le Associazioni firmatarie del documento indirizzato all’Autorità di Sistema Portuale, rappresentando imprenditori, hanno apprezzato un investimento finanziario da 100 milioni per rilevare le quote di una società notoriamente in ottima salute. 

“Sottolineano però che in questi anni sono state impegnate da altri imprenditori cifre analoghe o superiori in investimenti fisici industriali e logistici che hanno dotato il porto – per restare solo in questo perimetro – di una pluralità di attività e di terminal, almeno due per ogni tipologia di traffico, auto, passeggeri, e segmento dei contenitori compresi. 

“Appare pertanto fuorviante evocare una situazione di monopolio e di rendita di posizione, così come esistono già nel porto di Livorno anche 2 terminal passeggeri e 2 terminal contenitori, ed è proprio a difesa di questa situazione concorrenziale a cui si è ispirata la lettera inviata dalle nostre associazioni, a difesa del traffico, del lavoro e di tutti gli operatori del porto di Livorno.

“Rimarcare il diritto di proprietà e la libertà di impresa è legittimo e per noi scontato, ma solo nella misura in cui esso si svolga ricordando che trattasi di bene pubblico dato in concessione e che soggiace pertanto a delle regole inderogabili quali, in primis, il Piano Regolatore, il Piano Operativo Triennale ed il Documento di pianificazione strategica di sistema portuale, ed  il piano di impresa sul quale l’Autorità concedente, l’AdSP, ha fondato le sue valutazioni per dare il proprio assenso all’acquisto di TDT da parte del Gruppo Grimaldi.

“L’assetto attuale del porto consente la libera concorrenza tra imprenditori in un mercato regolato come quello portuale che tutela la libera scelta imprenditoriale in un quadro di regole determinate dagli indirizzi dell’Autorità, dal Piano Regolatore, dal Piano Operativo Triennale e dagli impegni assunti formalmente dai concessionari per investimenti, traffici, occupazione.

“Quindi se è vera, come auspichiamo, l’intenzione di voler continuare a credere nel settore dei contenitori, ci aspettiamo che anche la parte privata oggi proprietaria della Società che ha in concessione il terminal più grande del porto di Livorno, vocato per sua natura e per norme alla movimentazione dei contenitori, svolga il suo ruolo esprimendo nel prossimo piano di impresa che si accinge a presentare alla AdSP l’entità e il tipo di investimenti privati che vorrà fare per mantenere, se non migliorare, l’appetibilità commerciale del terminal TDT.”

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Pubblicato il
29 Giugno 2024
Ultima modifica
2 Luglio 2024 - ora: 12:29

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