Il tesoro dei posti barca

Pietro Angelini

ROMA – Il recente rapporto di NAVIGO, presentato in varie occasioni dal direttore Pietro Angelini, ha fatto impunto sui posti barca lungo le coste italiane sottolineando la loro crescita, specie in alcune regioni. Proprio in questi giorni, con l’inizio dei due classici mesi delle vacanze nautiche, luglio ed agosto, i porti e gli approdi turistici sono mobilitati: e confermano una crescita di prenotazioni anche dall’estero che cancella i tempi neri della pandemia.

Secondo gli esperti, l’Italia sta diventando la meta delle barche da crociera dl Mediterraneo che, per le guerre in corso sulle coste orientali del nostro mare, si spostano verso il Mediterraneo centrale, disertando le coste turche, cipriote e greche nel passato molto appetite.

Secondo il rapporto di NAVIGO, l’incremento più alto di posti barca ufficiali – difficile catalogare quelli dei vari approdi più o meno irregolari, scavati in insenature isolate con pochi gavitelli e zero servizi – si registra quest’anno in Sardegna. Anzi, l’isola ha superato per la prima volta anche la Liguria, tradizionale regno della nautica, anche se sul filo del rasoio: entrambe le regioni offrono oltre 21 mila posti barca ciascuna, con i relativi servizi. Nel sud tiene botta la Puglia, che sta comunque risalendo la classifica insieme alla Sicilia.

Non va dimenticato – e Angelini l’ha più volte ribadito – che ogni posto barca genera direttamente tre posti di lavoro, sia in campo strettamente nautico che nei servizi. Un patrimonio dunque da sfruttare meglio: specialmente con la tante volte auspicata costruzione di scivoli pubblici a servizio delle barche carrellate, in Italia quasi assenti contro il loro proliferare sia in Francia che sulla costa est dell’Adriatico. E quello delle barche a rimorchio delle auto è un flusso turistico tutt’altro che da sottovalutare che sul piano economico.

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