Come cambia l’UE (se cambia)
BRUXELLES – Cambiare tutto per non cambiare nulla? L’immortale battuta del Gattopardo (Tomasi di Lampedusa) sarà confermata o smentita dalla prima tornata della nuova legislatura dell’UE che si terrà dal 16 al 19 luglio a Strasburgo. Ma sperare che il parlamento europeo possa davvero funzionare con le norme che in particolare i settori della logistica sollecitano – comprese le correzioni a certe imposizioni “eco-talebane” imposte fino a ieri – è illusione. Probabilmente le commissioni parlamentari, da costituire e insediare, potranno operare nella sostanza solo alla fine dell’estate.
Per prima cosa i deputati neoeletti costituiranno i gruppi politici sulla base di idee politiche condivise.
In occasione della prima assemblea poi, il parlamento eleggerà il suo nuovo presidente, i vicepresidenti e i questori e deciderà quanti deputati comporranno ciascuna commissione parlamentare.
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In una fase successiva, i deputati voteranno per eleggere un nuovo presidente della commissione europea. Poi valuteranno i candidati alla carica di commissario attraverso audizioni pubbliche. La nuova commissione dovrà ottenere l’approvazione del parlamento in una votazione in aula per assumere le sue funzioni.
Nel frattempo, i deputati al parlamento europeo riprenderanno l’esame e la modifica della legislazione, il controllo sul lavoro delle altre istituzioni dell’UE e le discussioni su questioni di attualità. Il tutto in un clima che si spera possa essere raffreddato rispetto a quello pre-elettorale, in particolare nei suoi riflessi in Italia.
È sperare troppo?
A.F.
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