LIVORNO – Nei piazzali del terminal Da Vinci sono stati e continuano ad essere per giorni la curiosità degli addetti: circa 150 quadricicli marchiati Fiat, copie “travestite” della Citroen Ami che da più di un anno circola anche sulle strade italiane, che Finanza e Dogana hanno bloccato allo sbarco sulle banchine livornesi. Storia nota, che ha fatto il giro del mondo: storia nata dall’applicazione della norma che protegge il prodotto italiano dalle falsificazioni, la difesa del Made in Italy che è tra i nostri più preziosi “prodotti”.
Spetta adesso all’autorità giudiziaria il dissequestro, dopo che Stellantis, il marchio ormai assai poco italiano che ha inglobato la Fiat, ha ammesso di aver usato adesivi tricolore che potevano ingannare sull’origina italiana dei quadricicli. L’adesivo sparirà. I quadricicli in questione, è bene ripeterlo, sarebbero solo un assemblaggio di componenti francesi (Ami E) cinesi (batterie) pneumatici (coreani) e infine carrozzerie (marocchine) con solo il leggendario nome dell’italianissima Topolino dei tempi che fu.
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