Qualità della vita, non male

Nella foto: Un’immagine festosa per l’estate in arrivo.

ROMA – Il 17 aprile, l’ISTAT ha diffuso il rapporto Bes 2023, un’analisi annuale su come si sta evolvendo il benessere equo e sostenibile in Italia. Questo studio parla degli aspetti positivi e quelli meno incoraggianti della vita nel Paese, offrendo un confronto sia con l’anno precedente sia con il 2019, l’anno pre-pandemia, per fornire una visione completa delle tendenze in atto. L’analisi rivela un quadro generale positivo. Dei 129 indicatori confrontabili, metà mostra un miglioramento rispetto sia al 2019 che al 2022. Circa il 19% degli indicatori è rimasto stabile, mentre il 29% evidenzia un peggioramento.

Il Bes è un documento statistico che è redatto ogni anno per tracciare i principali indicatori di benessere di una nazione, quali salute, istruzione, occupazione, equilibrio vita-lavoro, patrimonio culturale e ambientale, sicurezza e qualità dei servizi.

Secondo l’ISTAT, nel 2023 la qualità della vita in Italia ha mostrato miglioramenti importanti, rispetto all’anno precedente e, in alcuni casi, anche rispetto al periodo pre-pandemico. Un esempio è l’occupazione, che ha visto un aumento dell’1,8% rispetto al 2022, equivalenti a circa 400.000 lavoratori. 

Inoltre, la soddisfazione generale della vita ha raggiunto i livelli più alti mai registrati, con il 46% degli intervistati che esprime un elevato grado di contentezza ed una crescente percentuale di persone, sia occupate che disoccupate, che prevede miglioramenti nei prossimi cinque anni.

L’ottimismo sul futuro, tuttavia, deve confrontarsi con alcune carenze persistenti, specialmente nel campo dell’istruzione e della formazione, dove l’Italia si colloca sotto la media europea, e nella ricerca e innovazione, nonostante i 26 miliardi di euro investiti dal Paese in questi settori.

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