MILANO – Secondo l’ultimo studio di Allianz, le vendite di auto nuove nel mondo cresceranno nel 2024 solo del 1,4%. Le nuove autovetture elettriche supereranno i 18 milioni (+32,8% a/a), con l’Europa in testa (+41,2%); con la Cina come primo produttore, anche come qualità (fattore questo nuovo e preoccupante per i produttori europei) mentre le case automobilistiche europee stanno registrando un notevole calo, con crescita delle insolvenze aziendali (+13% nel 2023) e riduzione dell’occupazione. Sono a rischio 730.000 posti di lavoro, con la Germania particolarmente coinvolta.
Le case automobilistiche europee, soprattutto quelle tedesche – specifica il rapporto – stanno perdendo terreno. Questa industria è stata a lungo la spina dorsale dell’economia europea, fungendo da innovazione e da hub di esportazione e impiegando una vasta forza lavoro. Tuttavia, essendosi a lungo concentrati sui loro punti di forza consolidati, gli operatori automobilistici europei sono arrivati tardi nel “gioco” dei veicoli elettrici e stanno lottando per produrre modelli a prezzi accessibili in modo redditizio – i veicoli elettrici costano ancora il 27% in più rispetto alle auto a benzina.
Di conseguenza, le case automobilistiche europee stanno registrando un notevole calo della propria quota di mercato.
La trasformazione nel settore ha già avuto impatti visibili sul panorama imprenditoriale in termini di insolvenze aziendali e sui livelli occupazionali.
Il settore automobilistico dell’UE contribuisce a circa il 6% della produzione, conta quasi 950.000 imprese e impiega 6,5 milioni di persone. Alcune stime che includono posti di lavoro indiretti contano fino a 13 milioni di persone, il che rappresenterebbe il 7% dell’occupazione totale nell’UE. Il settore funge anche da polo dell’innovazione in quanto è il principale investitore dell’UE in ricerca e sviluppo, contribuendo per il 32% agli investimenti (quasi 73 miliardi di EUR nel 2022).
Nel 2022, l’UE ha esportato automobili per un valore di 158 milioni di euro, pari al 2,8% del valore totale delle esportazioni del blocco. La Germania domina nettamente il settore nell’UE, rappresentando il 12% del numero di imprese, il 28% degli occupati e il 34% del fatturato.