Le ibride “barano” sul CO2?

MILANO – Secondo un approfondito servizio di “Mondo motori” le auto ibride plug-in stanno affrontando un serio interrogativo in Europa a causa della significativa differenza tra le emissioni di CO2 dichiarate e quelle effettivamente rilevate. 

Studi e analisi sottolineano come le emissioni reali siano in media 3,5 volte superiori ai dati forniti dalle case automobilistiche. Questa situazione solleva dubbi sulla loro effettiva sostenibilità ambientale e mette in luce la necessità di una maggiore trasparenza e accuratezza nei test di omologazione.

Secondo i dati elaborati dalla Direzione Generale per l’Azione per il Clima (DG Clima) della Commissione Europea, basati su un campione di 600.000 veicoli, si è scoperto che le emissioni in condizioni reali superano del 20% quelle stabilite dalle procedure di omologazione WLTP. Questo divario è particolarmente evidente nelle ibride plug-in, dove la discrepanza raggiunge livelli allarmanti, evidenziando un’utilizzo subottimale della modalità elettrica.

Le osservazioni derivanti dai dispositivi di bordo per il monitoraggio del consumo di carburante (OBFM), obbligatori dal gennaio 2021, hanno offerto una prospettiva realistica sulle prestazioni ambientali di queste vetture. La raccolta di dati ancora in fase iniziale ha permesso di identificare un gap medio di 4 litri ogni 100 km e di 100 grammi di CO2 per km per le ibride plug-in rispetto ai valori di laboratorio. Questi dati, pur limitati, hanno già stimolato la Commissione Europea a prendere provvedimenti per una maggiore rappresentatività e affidabilità delle rilevazioni future.

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