Cold ironing, via libera a Bari

Ugo Patroni Griffi

BARI – Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera al progetto “Lavori di realizzazione dei sistemi di cold ironing nel porto di Bari”, superando il dissenso espresso dalla Sovrintendenza per la Città Metropolitana di Bari e dal Comune di Bari.

Il problema era stato portato all’ordine del giorno dell’Esecutivo dal ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, direttamente coinvolto, assieme al ministro per le Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini, dall’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale (AdSPMAM). Era stato inviato loro un dossier contro l’istallazione del cold ironing , nel quale si faceva presente che un porto è «del tutto privo di naturalità», essendo «caratterizzato da luoghi ampiamente antropizzati e tipici degli ambienti portuali (banchine, piazzali, attrezzature, stazioni marittime, grandi aree di sosta per auto e trailer, etc..)».

Ad eccepire la decisione era stata anche la Regione Puglia che aveva evidenziato che in base al PPTR (Piano Paesaggistico Territoriale Regionale) e alle norme urbanistiche vigenti, tale vincolo di fatto non sussiste.

L’impasse burocratico era nato nel corso della Conferenza di Servizi, avviata nello scorso mese di maggio, finalizzata ad ottenere l’autorizzazione unica ZES e che vedeva coinvolti AdSPMAM, Soprintendenza Archeologica, belle arti e paesaggio per le province di Brindisi e Lecce, Soprintendenza Archeologica, belle arti e paesaggio per la provincia di Bari, Regione Puglia, Città Metropolitana di Bari, Provincia di Brindisi, Comuni di Bari e di Brindisi, Autorità di Bacino distrettuale dell’Appennino meridionale, Agenzia del Demanio, Agenzia delle Dogane, Capitaneria di Porto di Bari, Capitaneria di Porto di Brindisi e Consorzio Asi di Brindisi.

Per Bari, la Soprintendenza Archeologica, belle arti e paesaggio per la Città Metropolitana di Bari e Ufficio Paesaggio del Comune di Bari sollevarono la presunta incompatibilità tra l’intervento (tettoie fotovoltaiche a servizio dei parcheggi già esistenti) e il vincolo paesaggistico relativo ai «territori costieri compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea della battigia».

“Non posso che ringraziare il Ministro Fitto, l’intero Consiglio dei Ministri e la Regione Puglia nella persona del presidente Emiliano, del Capo di gabinetto professor Catalano e del direttore del Dipartimento urbanistica arch. Lasorella per aver sostenuto il diritto della città di Bari ad avere un porto green e sostenibile, in cui le emissioni siano limitate al massimo – ha commentato il presidente dell’Ente portuale Ugo Patroni Griffi. Una storia di ordinaria burocrazia fortunatamente, in questo caso, a lieto fine per lo sviluppo del porto, l’ambiente e la salute dei cittadini”.

Il progetto prevede la realizzazione di una rete di sistemi per la fornitura di energia elettrica dalla riva alle navi durante la fase di ormeggio, in modo da ridurre al minimo l’utilizzo dei motori ausiliari di bordo per l’autoproduzione dell’energia elettrica necessaria, limitando sensibilmente emissioni di CO2, ossidi di azoto e polveri sottili, nonché l’impatto acustico.

Lunedì 11 marzo infine, il Consiglio dei Ministri si è espresso favorevolmente rispetto al progetto “Lavori di realizzazione dei sistemi di cold ironing nei porti di Bari e di Brindisi, superando di fatto li divieti. È prevista, inoltre, la realizzazione di impianti di produzione di energia elettrica da fonte fotovoltaica, a parziale copertura del fabbisogno energetico derivante dall’attivazione dei sistemi  di cold ironing.

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