MILANO – Malgrado l’ostracismo delle reti automobilistiche occidentali, l’auto elettrica cinese sta arrivando in Italia a migliaia alla volta. La penetrazione è particolarmente significativa nelle micro-car da città, dove ormai l’offerta verte su una dozzina di modelli: ma ci sono anche le super-car da 200 mila euro in su, con le quali i grandi costruttori cinesi intendono dimostrare che anche in fatto di qualità ormai sono sullo standard più alto. Secondo alcune agenzie di ricerche specializzate, entro l’anno prossimo i marchi cinesi, tra cui il colosso BYD, ritengono di poter vendere in Europa almeno 800 mila vetture. E anche l’Italia si appresta a costruire auto cinesi con fabbriche-cacciavite già preannunciate.
Vale il discorso qualità per le micro-car? Se al momento si punta sul prezzo basso (si parte da circa 6 mila euro, con rateizzazioni anche di svariati anni) ci sono anche prodotti che si avvicinano ai livelli accettabili per un europeo. Poi ci sono i cinesi “travestiti”, come le italiane DR che ormai hanno sfondato grazie all’intraprendenza dell’imprenditore De Risio (fabbrica di montaggio a Isernia) ed altri che si apprestano. Nelle micro-car un esempio di cino/italiana è la Yo-Yo, piacevole estetica e rifiniture accettabili, ma dal costo più europeo che cinese (circa 12 mila euro). Ci sono poi auto cinesi vendute a prezzo estremamente conveniente, ma con un omissis: mancano cioè della batteria, che va acquistata a parte e costa cara. Bene informarsi.
E i costruttori italiani? Di recente la Fiat ha lanciato la 600 elettrica, costruita all’estero, ma che non sembra destinata a sfondare e serve più che altro da apripista.
Oltre alle ibride, già presenti, più interessante sembra sarà la nuova Panda elettrica, prevista per la metà di quest’anno. Qualche anticipazione di design è stata già scoperta.