ROMA – Oggi, mercoledì 14, le associazioni datoriali del mondo imprenditoriale della portualità italiana, separatamente ma allineate, presenteranno in audizione alla XI Commissione della Camera (lavoro pubblico e privato) due proposte di legge.
La prima ha l’obiettivo di inserire all’interno delle categorie considerate “lavoro usurante” alcune mansioni del lavoro portuale; la seconda finalizzata a riavviare l’iter di costituzione del fondo per il prepensionamento dei lavoratori portuali.
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“Non vuole essere una risposta ai sindacati – dice la nota delle associazioni firmatarie – a seguito dell’interruzione, da parte loro, della trattativa per il rinnovo del contratto di lavoro dei porti: va letto anche come un segnale distensivo, ma è soprattutto la prosecuzione di un percorso in cui crediamo fortemente, avviato da tempo e che che ha già portato due anni fa al riconoscimento del lavoro portuale tra i “lavori gravosi” e al primo avvio normativo per la costituzione del fondo prepensionamenti, poi bloccato dalla burocrazia del MEF.”
Le aziende sono fatte di lavoratori e i lavoratori fanno le aziende: è abbastanza evidente che l’impresa abbia interesse nel trovare e promuovere le soluzioni, individuare gli strumenti più funzionali alla sua capacità di stare sul mercato, di evolversi, di efficientarsi, di creare le condizioni più adatte a un ambiente di lavoro in cui gli equilibri di più fattori siano in bilanciamento: lavoro usurante e fondo sono due strumenti funzionali ad accompagnare senza strappi, con equità e dignità il ricambio generazionale, e lo sviluppo dell’automazione: tutto questo in un mercato stagnante da anni, non dimentichiamolo.
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