Un anno difficile, ma l’impresa locale non s’arrende

Piero Neri
LIVORNO – Un anno come minimo “complicato” quello che è appena partito. Non c’è bisogno di specificarlo. Ma per il comparto portuale e industriale che fa capo alla costa toscana, da Livorno a Marina di Carrara, non mancano iniziative concrete e prospettive di crescita, l’abbiamo chiesto al presidente di Confindustria locale cavaliere del lavoro dottor Piero Neri. Ecco l’intervista.
Presidente, il 2024 è iniziato con molte incertezze sul piano dell’economia mondiale, anche per le guerre in corso e le tante elezioni nei principali paesi: quali prospettive per il settore produttivo della nostra costa?
“Stando ai maggiori indicatori l’economia toscana nel 2023 aveva già avvertito l’impatto delle tensioni geopolitiche, tra le quali quelle connesse ai conflitti ancora in corso: l’export dal +7,9% del primo trimestre (rispetto al primo trimestre 2022) è sceso al +1,2% del secondo. Aziende e porti della costa Toscana vi sono stati coinvolti, seppure a macchia di leopardo vista la pluralità di produzioni, aziende e traffici portuali. Quanto ce lo diranno le statistiche degli Enti ed i bilanci delle Aziende.
Il 2024 sarebbe stato comunque influenzato dalla deglobalizzazione selettiva su base geopolitica tesa a ridurre la vulnerabilità di un sistema di forniture oramai ritenuto eccessivamente lungo e dispersivo, dai sussidi pubblici alle produzioni Made in USA e di altre economie “liberali”, dalle conseguenze del prolungarsi dell’aggressione russa all’Ucraina, dalla contrazione della domanda di un ceto medio europeo impoverito e preoccupato.
Il conflitto in medio-oriente sta producendo, oltre al dramma umano a cui assistiamo, conseguenze più immediate e più pesanti per le nostre economie con un particolare impatto su quelle marittime portuali e logistiche del Mediterraneo con la previsione di minori volumi di merci trasportate da vettori che, circumnavigando l’Africa, generano costi aggiuntivi che si scaricano sulle produzioni e sui consumi; vettori e merci che potranno dirigersi verso porti mediterranei o verso quelli del Nord Europei.
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Davanti ad un quadro con una così ampia e articolata molteplicità di dinamiche e con così tante “letture” (il Centro Studi di Confindustria nazionale prevede un +0,5% di PIL contro una stima dell’1,2% in Legge finanziaria) è rischiosa qualsiasi previsione circa la dimensione dell’impatto sulle attività dei porti di Livorno, Piombino e Carrara e sulle Aziende industriali della costa.
Ragionevolmente si può sostenere che ognuno dei i tre porti può contare su tipologie di traffico diverse per origine, destinazione e vettore così come ritengo che la varietà delle produzioni delle Aziende manifatturiere della Costa possa determinare su di loro un impatto a macchia di leopardo in qualche caso addirittura positivamente incrementale.
In funzione anticiclica si potrà contare sui programmi di investimento delle aziende ed anche sulla “messa a terra” della maggior parte degli 11.194 progetti PNRR/FC in carico a soggetti attuatori nella Regione. Le risorse da investire ammontano a circa 9,3 miliardi di euro il cui 66% è destinata ad investimenti in opere pubbliche che dovranno essere realizzate da Comuni, concessionari di reti e infrastrutture, consorzi e fondazioni.
Si parla molto di una conversione energetica legata a fonti rinnovabili: per le imprese della costa ci sono iniziative concrete, pubbliche e private?
“Gli osservatori più realisti ritengono che la dimensione delle risorse necessarie alla conversione energetica sia tale che debba essere finanziata, dopo le elezioni europee, con una nuova operazione tipo Next generation EU.
Il processo di conversione energetica coinvolge i sistemi di produzione, distribuzione e consumo in una molteplicità di interventi di una platea così vasta (compresi i comportamenti virtuosi dei singoli consumatori) le cui statistiche, a mio parere, sommano tante e troppe cose. Quelle elaborate da Fondazione Symbola e Unioncamere a fine 2022 indicano in 2.688 le imprese della provincia di Livorno che hanno realizzato eco-investimenti in tecnologie green, tra i quali, senza ulteriori dettagli, sono compresi quelli di conversione energetica. È preferibile esemplificare anche se in modo assolutamente non esaustivo. Nel territorio sono molte le aziende che si stanno muovendo da tempo. Mi riferisco all’esperienza delle 24 Imprese che su base volontaria hanno aderito al Bilancio di sostenibilità del comparto chimico Toscano sviluppando varie iniziative tra le quali l’autoproduzione del 31,5 % del loro fabbisogno energetico, al progetto Gas Verde con il quale Solvay Energy Services assiste nella transizione energetica offrendo un mix di soluzioni innovative relative al gas verde, e ancora, a Laviosa Chimica Mineraria che ha ridotto le emissioni di CO2 con miglioramenti nelle prestazioni, con l’uso di carburanti alternativi, in particolare biomassa, e metodologie alternative come l’essiccazione naturale al sole e che infine ha installato il primo sistema a pannelli solari che è già divenuto produttivo. Concludo con Eni che ha costituito e reso operative due nuove Direzioni Generali: Natural Resources per la valorizzazione sostenibile del portafoglio upstream oil &gas e per l’efficienza energetica e la cattura della CO2 e Energy Evolution, per l’evoluzione dei business di generazione, trasformazione e vendita di prodotti da fossili a bio, blue e green.
“Cito anche due aziende del comparto automotive, quello che dovrà affrontare la più pesante tra le conversioni di prodotto e di processo con la Pierburg che ha sottoscritto un protocollo con Regione Toscana e Comune di Livorno impegnandosi ad investire per raggiungere una maggiore efficienza energetica e la Vitesco Technologies Italy che con la cessione a PUNCH intende garantire il mantenimento dei posti di lavoro e il rafforzamento della filiera tecnologica, valorizzando e specializzando ulteriormente le competenze esistenti nell’unità produttiva grazie anche alla collaborazione con l’ateneo di Pisa.
“Vi sono iniziative da parte di soggetti pubblici o che saranno rese possibili con finanziamento pubblico: tra le prime il massiccio investimento delle autorità portuali per realizzare nei porti di Livorno, Piombino e Carrara la rete di fornitura di energia elettrica da terra alle navi. Con Confindustria nazionale stiamo sollecitando coerenti investimenti in infrastrutture di produzione di energia che dovranno utilizzare quelle reti. Tra le seconde: Regione Toscana ha confermato per il settennato che termina nel 2027 196 milioni di fondi europei per finanziare progetti di promozione dello sviluppo delle rinnovabili.
La logistica sul ferro continua a scontare ritardi, sia per i collegamenti veloci con le direttrici T europee, sia sul nodo livornese per la tanto attesa Collesalvetti-Vada e i nodi ultimo miglio sulla Darsena Toscana a Livorno e il porto di Piombino. Quanto incidono questi ritardi sullo sviluppo imprenditoriale locale?
“Se parliamo di traffici, registriamo un incremento confortante nell’uso di questa modalità di trasporto: un incremento per i contenitori tra Vespucci, TDT e Lorenzini del 39% sul 2021 che porta l’uso della modalità ferroviaria del Porto di Livorno per i ctrs al 18,7 %. Anche i prodotti forestali di CILP e Marteneri hanno fatto più treni così come le auto nuove e le rinfuse liquide di Costiero Gas e Neri depositi costieri. Piombino, viceversa, decresce. Non ho i dati del 2023 ma è credibile che vi sia stato un decremento proporzionale alla riduzione complessiva dei traffici e forse qualche ritardo nella realizzazione del Piano del ferro previsto dal POT 2021-2023.
Le nuove infrastrutture ferroviarie saranno determinanti per Darsena Europa, anche se la certezza della loro realizzazione potrebbe attrarre nel territorio fin da oggi qualche investimento. Il 7 aprile 2023 sono stati avviati i lavori del cd. “scavalco” di connessione tra il porto e l’interporto, primo segmento dell’asse che dovrà collegarci alla dorsale ferroviaria ad AV/AC le cui gallerie tra Firenze e Bologna sono in corso di adeguamento al traffico contenitori. Di quell’asse di collegamento le Istituzioni si sono impegnate a “riconquistare” il finanziamento avendo condiviso con RFI il progetto.
Il recupero delle ex aree Twr/Spica è in corso e sta procedendo velocemente, con una pulizia già evidente. A fine anno si era parlato di interesse per nuovi insediamenti produttivi nel campo delle energie alternative: si sta concertando qualcosa?
“Confindustria Livorno-Massa Carrara ha offerto al mercato, attraverso la pubblicazione di una sollecitazione a manifestazioni di interesse, la possibilità di presentare dei business case che la proprietà si riserva di valutare. In parallelo lavoriamo ai diversi scenari che si avrebbero per le diverse tipologie di domanda industriale e logistica mentre affrontiamo i problemi pratici che ci pone un sito abbandonato da anni.”
(A.F.)
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