ROMA – Un passo avanti, che non tarderà ad avere reazioni: positive da qualcuno, negative da altre. Il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica ha pubblicato sul proprio sito istituzionale l’elenco delle aree presenti nella proposta di Carta nazionale delle aree idonee (CNAI), che individua le zone dove realizzare in Italia il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e il Parco Tecnologico, al fine di permettere lo stoccaggio in via definitiva dei rifiuti radioattivi di bassa e media attività.
Si tratta dei rifiuti prodotti dalle quattro centrali nucleari di Trino (Vercelli), Caorso (Piacenza), Latina e Garigliano (Caserta); dell’impianto Fabbricazioni Nucleari di Bosco Marengo (Alessandria) e dei tre impianti di ricerca sul ciclo del combustibile di Saluggia (Vercelli), Casaccia (Roma) e Rotondella (Matera). Sottinteso c’è anche la necessità di scegliere dove depositare i rifiuti per quando saranno attivate – secondo lescelte del governo, già indicate nelle prospettive di una produzione energetica davvero “green”.
Il Deposito Nazionale e Parco Tecnologico sarà costruito all’interno di un’area di circa 150 ettari, di cui 110 dedicati al Deposito e 40 al Parco Tecnologico. All’interno dei 110 ettari del Deposito Nazionale, in un’area di circa 10 ettari, sarà collocato il settore di smaltimento per i rifiuti radioattivi a molto bassa e bassa attività e in un’area di circa 10 ettari i quattro edifici di stoccaggio per i rifiuti radioattivi a media e alta attività. I rimanenti 90 ettari sono destinati alle aree di rispetto, agli impianti per la produzione delle celle e dei moduli, all’impianto per il confezionamento dei moduli, agli edifici per il Controllo Qualità, Analisi radiochimiche, e per i servizi a supporto delle attività.
Le aree si trovano in Basilicata, Puglia, Lazio, Piemonte, Sardegna e Sicilia. Nello specifico, le località per il deposito del nucleare individuate in Basilicata si trovano in provincia di Matera, dove oltre alla città dei sassi si contano Montalbano Jonico, Bernalda, Montescaglioso, Irsinia, e Genzano di Lucano in provincia di Potenza. In Puglia sono state individuate aree ad Altamura, Gravina di Puglia e Laterza, in alcuni casi in tandem con aree della Basilicata. In Lazio l’attenzione si concentra nella provincia di Viterbo. I siti idonei si collocano nei Comuni di Montalto di Castro, Canino, Cellere, Ischia di Castro, Soriano nel Cimino, Vasanello, Vignanello, Corchiano, Gallese, Tarquinia, Tuscania, Piansano, Arlena di Castro, Tessennano. In Piemonte invece le zone si trovano nella provincia di Alessandria e sono a Bosco Marengo (già indirizzo di un sito della filiera dell’atomo italiana), Novi Ligure, Oviglio, Alessandria stessa, Quargnento, Castelnuovo Bormida, Sezzadio e Fubine Monferrato. In Sardegna sono state ritenute idonee tre località in provincia di Oristano (ossia Albagiara, Assolo e Usellus) e altre nella provincia di Sud Sardegna (Mandas, Siurgus Donigala, Segariu, Villamar, Setzu, Tuili, Turri, Ussaramanna, Nurri, Ortacesus, Guasila) mentre in Sicilia si contano le aree di Trapani e di Calatafimi-Segesta. Le isole, a causa delle problematiche logistiche, risultano meno idonee tra gli idonei. Mentre i Comuni con le caratteristiche più adeguate si confermano quelli di Lazio e Piemonte.