Un lettore che chiede di firmare solo con le iniziali, A.R. si chiede e ci chiede il senso del titolo di “personalità dell’anno” assegnato dalla rivista Time a una giovane cantante americana, Taylor Swift.
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In tempi come questi, nei quali il mondo ha il respiro sospeso per le guerre, le epidemie, i timori dell’IA e gli sconvolgimenti del clima, che senso ha sostenere che la personalità dell’anno è una ragazza sia pur brava e di bell’aspetto?
Un esempio di incredibile superficialità o c’è di mezzo qualche connessione di quattrini?
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Francamente, ci pare un quesito al di là non solo delle nostre competenze – pur concordando che il soggetto è piacevole – ma anche del significato che il lettore attribuisce al titolo.
Time è una prestigiosa rivista, ma non è la Bibbia e nemmeno una pubblicazione specializzata in economia, costume o ancor più valori.
La bella ragazza incoronata da Time forse vuol essere un richiamo a distoglierci un attimo dalle tragedie ma spingerci a considerare anche il lato piacevole della vita: lato piacevole rappresentato appunto da una giovane cantante che sta collezionando – si legge su internet – centinaia di premi, milioni di ascoltatori appassionati e grandi tournée internazionali. Un messaggio non solo verso i giovani, per i quali la ragazza ha indubbio appeal, ma anche verso i tanti di noi che rischiano di dimenticare il mondo di loro, dei giovani con i loro valori e le loro distrazioni.