MILANO – L’automobile sta marciando verso una nuova era: lo sostengono tutti i principali siti di ricerca dell’automotive, dove si mette in risalto l’assalto dei costruttori cinesi del settore, ormai fortemente in ripresa dopo la pausa seguita all’epidemia di Covid e al crollo del settore edilizio.
Sia a Gioia Tauro, sia a Livorno, sia nei vari porti dell’Adriatico connessi agli scali di partenza della Cin a, gli arrivi delle cinesi si stanno moltiplicando. E non si tratta più di vetture “primitive” ma ormai c’è la piena maturità dei costruttori, che sono quasi tutti associato ai grandi costruttori europei o statunitensi per rispondere alle normative occidentali. La fanno ancora da padroni le piccole auto urbane, che più o meno sotto nomi europei “mascherati” (Smart & C) hanno tecnologie cinesi elettriche. Geely ha la proprietà di marchi storici come Volvo, Polestar, Lotus e la compartecipazione e in altri. Ci sono poi marchi anche italiani che hanno componentistica quasi esclusivamente cinese come la DR che ha componentistica Chery; una delle sue ultime proposte si chiama Evo. Per quanto l’apripista americana Tesla sia ancora l’auto elettrica più venduta in Italia (piccole percentuali, ma ci sono) in fatto di volumi DR e i 25 marchi di Geery stanno velocemente risalendo la classifica. Il tutto con una implicazione sulle città italiane – ancora in forte arretrato nelle colonnine di rifornimento – che non potrà non avere riflessi sul mercato dell’anno in arrivò.