LIVORNO – Dalla nostra piccola finestra in periferia, non possiamo che osservare il continuo aumento del prezzo dei carburanti, benzina e diesel, ormai stabilmente a cavallo del 2 euro al litro anche nei distributori urbani (sulle autostrade ovviamente s’impenna).
Chi sperava che dopo le vacanze scacciapensieri si tornasse a prezzi più “umani” sta andando incontro a delusioni cocenti.
Perché manca il greggio, sono esauriti i giacimenti? No, perché i paesi produttori hanno applicato nel modo più pesante una delle leggi dell’economia, riducendo le estrazioni per far aumentare il valore del prodotto. Non solo la Russia, impelagata in una guerra sempre più incerta, ma anche l’Arabia Saudita, gli Emirati e gli stessi Usa.
Meno greggio sul mercato, prezzi più alti: non si scappa.
E l’Italia? L’Italia annaspa: annuncia piccoli sussidi alle famiglie più povere, con bonus sui carburanti, ma sono punture di spillo. Le accise non si riducono perché servono per altri provvedimenti sociali. I riflessi sono pesanti sull’autotrasporto, e di conseguenza su tutta la catena. L’inflazione chiude il cerchio.
*
Siamo al solito piagnisteo? Ne abbiamo parlato, per conferme sul campo, con Massimiliano Rossi della M&M, un’azienda che opera con i trasporti in tutta Europa con mezzi moderni, efficienti, e tutti “almeno euro 6” come ci ha specificato Max.
Ai problemi si sommano i problemi: a Milano adesso porrebbero limiti con “gli angoli” (e chi opera sa che cosa significava) 🚚🚛 sui varchi alpini c’è il protezionismo dell’Austria e ci sono i vari blocchi di pseudo-manutenzione (scuse?), tutti i materiali d’uso, dalle gomme ai lubrificanti e ai pezzi di ricambio, sono aumentati.
Dice Max: “ i nostri costi sono di media aumentati del 50% e non possiamo certo scaricarli tutti sui clienti. Per molte aziende siamo alla sopravvivenza o peggio”.
*
Rimedi? Allargando il raggio, sul mare non va meglio.
I servizi navali 🛳️🚤, dal rimorchio al pilotaggio, sputano sangue.
Ma sono servizi a costi concordati con appositi decreti, non ci possono essere aumenti senza altri decreti. Sul mare, l’altalena dei noli sta toccando il basso stabile. Gli armatori stringono i denti e gli ordini di noi calano. Nella consueta intervista mensile ad Andrea Monti, il dinamico operativo di SOGESE (leggi su questo stesso numero) si evidenzia che l’insieme dei fattori sta riducendo gli ordini i delle grandi navi, e si punta su quelle più “maneggevoli”, da 1️⃣0️⃣.0️⃣0️⃣0️⃣ a 1️⃣2️⃣.0️⃣0️⃣0️⃣ mila Teu. Ancora una volta sono le strutture dei porti inadeguate a pesare. E tutto costa.
(A.F.)