Tante Tantissime Troppe
LIVORNO – Dopo la “stanca” del Covid e del post-Covid, il traffico delle auto
dall’estero è ripreso: e sta diventando valanga.
Lo confermano i dati delle importazioni, più ancora di quelli del mercato. Infatti il mercato ha dato segni di ripresa solo da poche settimane, mentre gli arrivi delle grandi e grandissime car-carrier ship sono diventati, negli hub più attrezzati, addirittura frenetici.
Ne fa fede non solo il rapporto settimanale dei vari Avvisatori marittimi, ma anche e specialmente le attese in rada
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: davanti a Livorno da almeno una settimana sono all’ancora da mezza a una dozzina di grandi navi-garage, in paziente (si fa per dire…) attesa di un posto d’ormeggio per sbarcare.
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Hanno ripreso a tirare gli sbarchi sia dalla Cina
– con prevalenza delle loro vetture elettriche di ultima generazione – sia dalla Corea del Sud
, dal Giappone
ma anche dalle fabbriche-cacciative dell’Est Europa.
Le foto che corredano questo servizio sono una testimonianza non certo esaustiva di quanto avviene nella cinta doganale labronica: il terminal più specializzato, la Sintermar, sta infilando le auto allo sbarco – in particolare è il riferimento delle grandi navi di Grimaldi – in ogni buco possibile.
La Compagnia dei portuali ha addirittura infilato le auto nelle strade e piazzali dei magazzini forestali, che sono anch’essi per conto loro strapieni.
Le aree fuori dalla conta doganale, in particolare verso Stagno, sono una distesa sterminata di vetture
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, che spesso vengono parcheggiate a contatto di paraurti per sfruttare gli spazi. In un veloce giro del porto abbiamo trovato anche file di camion Iveco
nuovi sul Molo Italia.
Come ci confermano fonti e la Compagnia Portuali, il problema non è tanto la disponibilità delle banchine di sbarco, che con un’accurata programmazione non crea eccessive difficoltà, ma sono gli spazi a terra. In sostanza, il porto è saturo in ogni buco di auto allo sbarco.
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Dov’è il nodo?
Secondo i portuali, il problema principale è che il deflusso dai piazzali delle vetture sbarcate è molto rallentato dal fatto che non si trovano bisarche quante ne occorrerebbero: e anche dal fato che i concessionari sono prudenti nel mettersi sulle spalle auto nuove, visto che fino a pochi mesi fa le vendite erano ridotte. Molto sentito il tema degli autotrasportatori specializzati: bisarche ma anche autisti sarebbero contesi in un regime di feroce concorrenza.
Da pochi giorni la situazione sembra avviarsi a una normalizzazione, ma il primo (o l’ultimo, secondo come si guarda…) anello della catena logistica, cioè il porto di sbarco ancora soffre.
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