Digital Chain e cybersicurezza
MILANO – Il progresso porta anche la necessità di garantirsi collegamenti veloci sul web ma anche e specialmente la loro sicurezza. Secondo un rapporto firmato da Luca Musso di Primeur Group, il 74% delle aziende aumenterà gli investimenti destinati alla tecnologia (di questa percentuale ben il 90% ha dichiarato che metterà a budget oltre un milione di dollari nei prossimi due anni) che porteranno a un’importante crescita globale del settore della digital supply chain per un comparto che nel 2022 valeva oltre 5 miliardi di dollari e raggiungerà i 13,67 miliardi nel 2030 con un tasso di crescita annuale del 13,2%.
La volatilità della domanda e il contesto macroeconomico mai così imprevedibili hanno scardinato il settore mettendo in difficoltà le aziende di tutto il mondo: l’80% delle organizzazioni ha subito almeno un’interruzione sulla supply chain negli ultimi 12-18 mesi e il 50% che ha affermato di aver avuto ripercussioni significative su produttività aziendale e profitti.
In uno scenario in continua evoluzione e pieno d’incognite non sorprende che le principali priorità delle aziende che operano nella supply chain siano a breve termine. Secondo il “PwC Digital Trends in Supply Chain Survey 2022” l’aumento dell’efficienza (63%) e la riduzione dei costi della supply chain (59%) sono le voci che hanno raccolto la gran parte delle preferenze rispetto ad altri aspetti che riguardano l’organizzazione del lavoro più a lungo termine come il reskilling digitale della forza lavoro (19%) e le iniziative di corporate social responsibility e sostenibilità (sempre al 19%).
Sul fronte delle preoccupazioni il 46% degli intervistati ammette che sono i costi delle spedizioni ad allarmare maggiormente gli operatori (secondo il report di Deloitte sono aumentati del 77% da gennaio 2021 ad agosto 2022) seguito dai problemi relativi ai fornitori che stanno faticando a soddisfare le domande degli ordini (43%).
Questi problemi a loro volta si traducono in sfide in uscita: il 31% degli intervistati ha citato l’incapacità di adempiere ai contratti in corso come una delle principali preoccupazioni operative. Se, da una parte, le tecnologie digitali sono un fattore abilitante per gli obiettivi di resilienza della supply chain, dall’altra parte presentano anche delle criticità: sempre secondo il report Deloitte l’88% delle aziende nutre preoccupazioni in merito a questioni di cybersicurezza (furto di dati o di proprietà intellettuale, sicurezza delle informazioni legali e finanziarie) a causa della fragilità dell’ecosistema di sicurezza della supply chain. “La sicurezza della movimentazione ed elaborazione dei dati rappresenta un aspetto di fondamentale importanza. In questo contesto l’integrazione dei dati è imprescindibile perché consente di armonizzare l’integrazione dei dati tra le realtà coinvolte nella supply chain, rendendo più efficiente lo scambio d’informazioni e assicurando controllo, qualità e sicurezza dei processi”, spiega sempre Musso.