Anche sott’acqua la civiltà del mare

Alessandro Profumo
LIVORNO – Più che un’occhiata sott’acqua, dove nel nostro Mediterraneo s’incrociano crescenti scorrerie di sottomarini in questa che sembra ormai una nuova guerra fredda, quella proposta dall’ad del gruppo Leonardo 👤 Alessandro Profumo nella giornata di lavori di lunedì all’Accademia Navale è stata una perfetta sintesi di ciò che l’Italia è chiamata a fare – e prima ancora a capire – sulla crescita d’importanza del “dominio sotto il mare”: intervento che può suonare anche come testamento professionale, in vista del suo probabile fine mandato.
Ecco l’intervento.
Ringrazio, in particolare, la Marina Militare, che ci ospita nella storica sede dell’Accademia Navale per la presentazione del white paper redatto insieme a Fondazione Leonardo, con il contributo del CNR e dell’Università La Sapienza.
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Per comprendere le sfide che ci troviamo oggi ad affrontare, partiamo da un parallelismo: nel dominio aereo ci siamo resi conto che esiste una parte dell’atmosfera – tra i 20 e gli 80 km di altitudine – che aspetta ancora di essere presidiata; lo stesso è accaduto nel dominio marittimo, con la “ri-scoperta” del mondo subacqueo, in particolare delle grandi profondità, e l’emergere di nuove minacce per la sicurezza.
L’underwater pone problematiche particolari: per via della diversa densità, le comunicazioni e la visibilità sott’acqua sono molto più complesse che in aria; per sviluppare una piena underwater situational awareness sono quindi necessarie soluzioni tecnologiche specifiche, a partire dai sensori e dalla disponibilità di sistemi manned, ma soprattutto unmanned, capaci di operare in profondità.
L’idea stessa di sistemi unmanned subacquei, con elevato livello di autonomia, armati è per molti quasi un anatema. Ma c’è chi sistemi del genere già li offre sul mercato.
Proprio come accade nel cielo, è urgente mettere a punto sistemi di monitoraggio simili per il mondo subacqueo, come un undewater traffic management e un underwater traffic control.
La proposta contenuta nel white paper per la costituzione di un’Autorità Nazionale per il Traffico Subacqueo rappresenta un passo importante in questa direzione, nella consapevolezza che la situational awareness subacquea è la precondizione per poter condurre l’intero spettro delle operazioni, difensive ed offensive.
In termini strategici, non è forse necessario dichiarare il subacqueo come un dominio di operazioni a sé stante, come è, ad esempio, lo Spazio. Dobbiamo però riconoscere che il perimetro di intervento per garantire la nostra sicurezza si è ampliato oggi fino a raggiungere profondità marine senza precedenti. Operare nei fondali profondi oltre i 5 km, richiede sistemi, sensori e sistemi d’arma, che oggi non esistono.
Sono almeno tre gli scenari con cui dobbiamo confrontarci:
• Quello delle minacce subacquee di per se stesse, che riguardano cioè infrastrutture critiche sottomarine come gasdotti, cavi e, in futuro, eventuali basi per l’estrazione mineraria e data storage.
• I pericoli che il subacqueo pone per la superficie marina, dove la minaccia investe tutto ciò che opera sulla linea dell’acqua, dagli assetti navali a piattaforme petrolifere e stazioni di rigassificazione.
• Ultimo, ma non meno importante, lo scenario in cui la stessa terraferma può diventare bersaglio di attacchi subacquei, in primis i porti: l’attacco alla base russa di Sebastopoli dimostra che il pericolo è presente ed è enormemente più sofisticato rispetto a pochi anni fa.
Le sfide strategiche e tecnologiche del mondo subacqueo richiedono e richiederanno sempre più l’integrazione di competenze diverse. Come azienda che opera nel multidominio, con capacità che vanno dalla difesa aerea, all’elettronica per la difesa e ai sistemi d’arma, Leonardo è dotata di una visione olistica ed è il naturale system integrator anche nel mondo dell’underwater.
Abbiamo un’esperienza consolidata nei Combat Management Systems navali: di recente è stato dato il via allo sviluppo dell’ATHENA MK2/U, il CMS Leonardo per i sottomarini, che integra capacità specifiche per l’ambiente underwater, come la gestione di sonar e la target motion analysis.
Abbiamo importanti competenze in-house nella robotica: sviluppiamo veicoli robotici per lo Spazio, oltre a diverse piattaforme unmanned aeree, ad ala rotante e non, e possiamo far valere la nostra eccellenza internazionale nei sistemi d’arma subacquei.
Alcune tipologie di Autonomous Underwater Vehicles (AUV) e Unmanned Underwater Vehicles (UUV) sono, del resto, un’efficace evoluzione del siluro per altri scopi e missioni.
Conclusioni: L’Italia, con circa 8mila chilometri di coste, è in una posizione privilegiata per cogliere le opportunità connesse allo sviluppo del mondo subacqueo. Ma è anche, per questo, più esposta di altri ai suoi pericoli.
Come partner strategico della Marina Militare, Leonardo è pronta a promuovere le iniziative più funzionali agli interessi strategici del Paese e mettere in campo le migliori tecnologie per garantire il controllo, la sorveglianza e la sicurezza dello spazio subacqueo.
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