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Spedizionieri, ecco lo Sticco – pensiero

Antonio Sticco

NAPOLI – Una professione storica in un porto storico da un professionista storico che oltre mezzo secolo fa aveva già cominciato. Potrebbe essere questo l’incipit della nostra intervista ad Antonio Sticco della Sticco Sped, società di spedizioni internazionali fortemente radicata a Napoli e nel retrostante Interporto di Nola. Un’intervista a tutto campo che ben riflette problemi ma anche opportunità per tutta la categoria.

Il vostro mondo, quello degli spedizionieri, da tempo appare sotto pressione anche da parte dei grandi gruppi armatoriali e trasportistici che puntano a intervenire su tutta la catena logistica…

“Diciamoci la verità: alcuni grandi gruppi armatoriali e trasportistici ci hanno usato per anni per farsi “pubblicità” ai loro servizi. Vero che anche attraverso i loro servizi siamo cresciuti: poi una serie di situazioni quali la pandemia, la digitalizzazione, la riduzione della globalizzazione in alcuni mercati mondiali, hanno fatto loro decidere che non avevano più bisogno di delegare ad altri – cioè a noi – l’acquisizione dei loro traffici, offrendo loro stessi un pacchetto unico di servizio”.

Prospettive, contromisure, difesa della vostra funzione?

“Sono quelle che da qualche anno ormai attuiamo. I grandi gruppi sono la parte “industriale” dei traffici, noi siamo “gli artigiani” dei trasporti, o meglio “gli architetti” del trasporto. Offriamo molteplici supporti: conoscenza, assistenza merceologica, assistenza doganale nel commercio internazionale, professionalità acquisita in lunghi anni e anche formazione familiare, qualche volta da generazioni”.

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Sono valori importanti…

E infatti prevedo che presto anche i grandi gruppi se ne renderanno conto e potremo tornare a una seria e reciproca collaborazione nello stesso interesse di tutte le categorie di trasporto e della clientela”.

Si parla molto della necessità di sviluppare il tessuto produttivo del territorio, alle spalle dei porti. I progetti momento mancano ma i tempi sembrano troppo lunghi.

Non sembra facile potenziare ulteriormente alcune aree. La Campania è la prima regione italiana per l’export-Food, ha zone tipiche di produzione (pomodoro, tessile, calzaturiero, farmaceutico) e ci sono già stati investimenti operativi su zone CIS. Sono convinto che oggi occorrano investimenti in campo turistico, con in sistema di trasporto forte e funzionale a supporto delle nostre inimitabili località”.

Il vostro mondo, come anche altri, ha difficoltà a trovare giovani motivati e preparati che vogliano lavorare..

“È davvero una dolente nota. Dopo tre anni siamo riusciti ad assumere due giovani diplomati ITIS che sto formando. Poi attraverso gli organi ufficiali ARPAL, scuola e università, abbiamo proposto di remare altri due o tre giovani ma spettiamo ancora risposte, sperando che non passino anni. In quanto agli incentivi, se ne fa un gran parlare ma la norme non brillano per chiarezza. Anche in questo campo, aspettiamo di capire come, quando e da chi avere risposte.”

La crisi geopolitica, le guerre, le tensioni mondiali sembrano aver tirato il freno sui traffici dei primi due mesi di quest’anno. Qualcuno parla di una ripresa in atto, che diventerà importante dai prossimi mesi…

“Dobbiamo essere ottimisti, ma al momento non sembra che ci siano riprese consistenti. Le previsioni parlano di crescita verso e dai mercati d’Africa, Turchia, America del Sud: ma quando sarà superata la stagnazione”.

Rete ferroviaria cargo italiana: quale giudizio?

“Al Nord adeguata, al Sud assolutamente inadeguata. Potremo migliorare quando le ferrovie impiegheranno risorse importanti sui corridoi diretti sulla tirrenica verso Sud.”

Trasporti stradali anche pesanti: davvero si deve puntare alle motorizzazioni elettriche?

“Tutti ci auguriamo un mondo più green, ma ci vorrà tempo, anche perché giocano forte gli interessi dei produttori”.

Ultima domanda, purtroppo molto attuale. L’inflazione colpisce forte?

“Ritengo che operi per il 10% sul nostro giorno d’affari, ma è difficile avere un ricalcolo esatto sui vari costi, anche perché lavoriamo generalmente con quotazioni a forfait. Nella situazione attuale del mercato ovviamente i nostri utili si sono assottigliati”.

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Pubblicato il
25 Marzo 2023

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