La rivolta delle donne in Iran

Nella vignetta: Un disegno dal periodico “Il Cantiere” sulla rivolta delle donne iraniane contro il regime teocratico.
In un mondo che sembra ormai in preda a più catastrofi – dalla guerra in Ucraina al devastante terremoto in Turchia, ai massacri dei cristiani in Africa e Asia agli attentati suicidi in Israele ed altri – la rivolta femminile contro il regime teocratico del governo in Iran sembra forse all’ultimo posto dell’impegno di solidarietà dell’Italia. Così ci scrive 👤 Sara Hassan da Trieste:
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Sembra che la sanguinosa repressione delle donne iraniane che chiedono un po’ più di libertà al regime interessi l’Italia solo a intervalli, più che altro come curiosità per il pubblico taglio dei capelli…
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Siamo costretti a tagliare l’accorata mail di Sara, non tanto per motivi di spazio quanto perché l’amarezza che vi è espressa arriva a una condanna che forse non ci meritiamo, almeno in termini tanto totali e drastici.
Ciò detto, bisogna ammettere che contro il regime di Teheran per il momento l’Occidente – e con esso l’Italia – è stato capace solo di esprimere pesanti condanne a parole ma nessun impegno concreto sui fatti, salvo le solite sanzioni che – come del resto capita con le sanzioni – fanno ai destinatari poco più che il solletico: in quanto colpiscono la povera gente assai più dei vertici.
Il problema, che qualcuno vorrebbe limitare al piano culturale religioso – la cultura islamica integralista, per certi versi mediata anche dalle altre religioni monoteiste precedenti negli aspetti più discriminatori in esse cancellati – investe nella realtà il diritto degli esseri umani, donne e uomini allo stesso modo.
Molti ignorano che anche per gli uomini ci sono – sia pure in regime di supremazia di sesso – obblighi rigidi come il portare la barba lunga, non consumare certi cibi “impuri” ed altro.
Ma quando i Credi religiosi diventano dottrina di Stato, è sempre difficile che possa essere difesa la libertà della gente: che per la nostra cultura dovrebbe essere totale finché non incide sulla libertà degli altri.
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