Più SNAM con l’Algeria

Michele Marsiglia
ROMA – Più gas dall’Algeria, più collaborazione con le forniture dal Nord Africa in alternativa al gas russo. La missione del presidente del consiglio Giorgia Meloni ad Algeri si è conclusa con molte luci ma anche qualche ombre.
Secondo Michele Marsiglia, presidente di FederPetroli Italia,
«non si è trattato solo di rafforzare le intese sulle forniture di gas raggiunte l’anno scorso dal Governo Draghi. A fine novembre è stato inaugurato da Eni e Sonatrach, nella zona Sudorientale del Paese, il Solar Lab, che diventerà un impianto fotovoltaico da 10 MW. C’è anche il progetto di interconnessione elettrica con cavi sottomarini – ha detto ancora Marsiglia in una intervista al “Sussidiario” – simile a quello che verrà realizzato con la Tunisia. Va anche ricordato che un paio di settimane fa è stata perfezionata l’operazione di acquisto da parte di Snam del 49,9% delle partecipazioni di Eni nelle società che gestiscono i gasdotti che collegano l’Algeria all’Italia, che in futuro potranno essere utilizzati anche per il trasporto di idrogeno verde che si potrebbe produrre tramite appunto il fotovoltaico. Infine, Eni a settembre aveva acquistato le attività di BP in Algeria, che comprendono quelle riguardanti i due principali impianti di produzione di gas».
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Insomma, l’Algeria è sempre più strategica per l’Italia, tanto che ha sostituito la Russia come primo fornitore di gas.
Non è una mossa rischiosa, dal punto di vista geopolitico, visti anche i rapporti esistenti tra Mosca e Algeri?
“L’Algeria ha un rapporto importante con la Russia – ricorda Marsiglia – soprattutto dal punto di vista militare, ma l’anno scorso il ministro degli Esteri di Mosca Lavrov e il presidente algerino Tebboune hanno siglato intese in altri settori. Occorrerà, dunque, stare in guardia”.
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