TRIESTE – In occasione dell’Assemblea generale ASPT ASTRA F.V.G., Stefano Visintin, al contempo presidente Confetra F.V.G., è stato riconfermato alla presidenza di ASPT-ASTRA, associazione regionale che raggruppa spedizionieri, terminalisti, vettori ferroviari e MTO operanti nel sistema logistico del Friuli Venezia Giulia. Unanime l’apprezzamento per il lavoro svolto negli ultimi due mandati ed il pieno sostegno da parte delle Imprese Associate anche per il futuro.
Il Friuli Venezia Giulia si svilupperà come un’unica piattaforma logistica regionale, imperniata sui porti di Trieste e Monfalcone e fortemente digitalizzata. Questi i punti cardinali del programma per l’ulteriore mandato. Dopo il periodo segnato dalla pandemia stiamo ora affrontando – dice il vertice dell’associazione – le turbolenze nel commercio internazionale dovute al conflitto in Ucraina e dell’aumento del prezzo dei prodotti energetici.
La gestione dei due principali porti regionali – Trieste e Monfalcone – sotto la regia unica dell’AdSP MAO gioca sicuramente a favore della crescita anche per i prossimi anni. I due scali sono perfettamente complementari (prevalentemente carichi unitizzati e rinfuse liquide per il primo, merci varie per il secondo). Anche durante la pandemia i traffici hanno sostanzialmente retto, grazie alla resilienza del tessuto imprenditoriale ed al sup – porto da parte di tutti gli Enti che quotidianamente collaborano con le imprese locali: AdSP MAO, Agenzia Dogane e Monopoli, Ministero Salute, Servizio Fitosanitario regionale, Capitaneria, Polizia marittima.
Restano alcune criticità, soprattutto sulle strutture a disposizione di alcuni Enti, in primis per i controlli di carattere sanitario sulle merci, nonché sul personale dei vari Enti, non in numero adeguato sia per la quantità dei traffici che per il numero di controlli da espletare. Per tale motivo continuerà da parte di ASPT-ASTRA l’opera di sensibilizzazione e responsabilizzazione degli interlocutori Istituzionali, sia locali che nazionali.
La piena attuazione del regime di porto franco internazionale (non già zona franca Europea), resta uno dei tasselli da mettere al suo posto. Soprattutto per le lavorazioni industriali delle merci. Molto è stato fatto in questi ultimi anni: dal decreto sulla gestione del regime atteso da 25 anni e varato nel 2017, all’acquisizione di spazi idonei da parte dell’Interporto di Trieste, per arrivare allo spostamento del regime di punto franco nell’area Freeste. “Ora siamo al banco di prova. La ns. attenzione su questo tema è massima. Vogliamo dare valore aggiunto ai traffici in Italia, consentendo il maggior risvolto occupazionale possibile per la città e la Regione” ha dichiarato Visintin “Confidiamo che anche a Roma venga pienamente compreso il potenziale per l’economia nazionale”.
Nella propria relazione morale il presidente ha poi ricordato che l’implementazione del Port Community System di Trieste con il modulo dei preavvisi di arrivo stradale abbia dimostrato come un sistema informatico a controllo e gestione pubblica possa essere efficiente e snello, oltre a garantire la dovuta terzietà nel trattare dati commerciali molto sensibili, se tutte le componenti della comunità portuale lavorano in piena sinergia con l’Autorità di Sistema Portuale. Dall’altro è necessario accelerare per introdurre gli e-CMR ed e-FTI, dal momento che la digitalizzazione dei documenti doganali promossa da ADM non trova al momento corrispondenza con la digitalizzazione dei documenti di trasporto: “noi spedizionieri vogliamo offrire alla ns. clientela questi strumenti prima possibile e non scansionare più documenti cartacei”.
Prossimo traguardo il milione di TEU. Importanti in tal senso le opere del PNRR e gli investimenti privati per l’adeguamento delle infrastrutture portuali e retroportuali. In tale contesto positivo stonano i ritardi annunciati da RFI sull’adeguamento della linea ferroviaria Trieste-Venezia. “I nostri concorrenti a Koper/Capodistria e Rijeka/Fiume corrono e noi dobbiamo stare al passo. Non siamo nelle condizioni di poter accettare passivamente alcun ritardo, pena perdita di competitività dell’intero sistema regionale” ha concluso Visintin.