LIVORNO – C’è il mondo ideale, con l’auspicato e promesso “impegno comune tra armatori, autorità del sistema portuale livornese in toto e cluster marittimo, per marciare compatti – sembrerebbe il quadro di Pelizza da Volpedo sul “Terzo Stato” – verso un mondo nuovo della catena logistica, che sia improntato nella difesa ambientale, dell’aumento dei traffici marittimi e ovviamente anche verso una loro maggiore redditività sia per l’armamento che per i lavoratori.
E poi c’è nel mondo reale della logistica, dei porti, della trasposizione ambientale a volte eccessivamente velleitaria, degli armatori e dei lavoratori. Che difficile, anche se a parole ampiamente auspicabile, far camminare tutti insieme come nel celebre quadro.
Tanti i temi emersi lunedì sera bordo del traghetto della Toremar Liburna, organizzato dai vertici di Assarmatori – l’altra associazione di categoria nata dalla scissione di Confitarma – con il diretto supporto del Gruppo Onorato, cui Toremar appartiene.
A fare gli onori e a presentare tematiche dell’armamento il presidente di Assarmatori 👤 Stefano Messina, insieme al suo vicepresidente e presidente di Toremar 👤 Achille Onorato. Interventi di sostanza e non solo di saluto sono stati quelli del direttore marittimo della Toscana contrammiraglio 👤 Gaetano Angora, dell’ammiraglio di squadra 👤 Giuseppe Berutti Bergotto sui compiti della Marina Militare per la sicurezza e la vigilanza nel Mediterraneo “allargato” (lotta alla pirateria, difesa delle coste, controllo dei cavi e oleodotti sottomarini) dello stesso Achille Onorato e del presidente dell’Autorità Portuale di Livorno e Piombino Luciano Guerrieri.
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