NAPOLI – Il settore dello shipping è stato al centro del dibattito della Port&ShippingTech, con due sessioni dedicate, giovedì e venerdì scorsi al Centro Congressi della Stazione Marittima del capoluogo campano.
Giovedì si è svolta la sessione Shipping Challenges: finance, costs, regulations, and more per discutere di ESG e delle problematiche legate all’adozione di tali principi e il loro impatto sui business model, l’operatività e sul conto economico; infine un focus è stato dedicato alla regolamentazione e agli aspetti di riforma giuridica.
La moderazione e l’introduzione alla sessione sono state affidate a Gian Enzo Duci, personalità di spicco nel settore, attivo da sempre nell’associazionismo e docente dell’Università degli Studi di Genova.
Due gli interventi della sessione: “Il porto IGT (Intermodale, Green e Terribilmente) connesso”, Olimpia Ferrara, responsabile Osservatorio Maritime Economy di SRM ha spiegato le strategie vincenti per il porto del futuro possono vincere le sfide con le strategie del futuro. – “Il Quadro Regolatorio in materia di Sustainable Finance: rischio di confusione e sovrapposizione“, di Fabrizio Vettosi, chairman shipping finance WG dell’ECSA, che con perfetto tempismo ha affrontato il problema della nebbia informativa che la diffusione “spregiudicata” degli strumenti ESG sta spandendo sul settore.
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Venerdì è stata la volta di Green Ports and Shipping.
I temi della sessione hanno riguardato le sfide, sistemiche e congiunturali, del settore e di come i player – aziende portuali e marittime – dovranno affrontarle. Sfide che riguardano in primis l’ambiente: come la riduzione della carbon footprint della navigazione commerciale, criticità in cima alla lista dell’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO – International Maritime Organization) delle Nazioni Unite e dell’Unione Europea.
La crisi post-pandemica e la guerra hanno forse rallentato il processo di riforma transizionale dello shipping è quindi auspicabile una maggiore definizione delle linee di sviluppo nel campo della propulsione, delle opere marittime, delle infrastrutture portuali e retroportuali e delle normative tecniche.
Le tecnologie per arrivare all’obiettivo di emissioni zero o neutrali già esistono e dovranno coinvolgere non solo lo shipping ma tutta la filiera e, a monte, il sistema di gestione e di generazione energetica.
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