Perché no, la forza delle onde?
Nel vero e proprio gallinaio che tutte le sere ci sorbiamo in TV, con le più fantasiose e spesso strampalate proposte per ricavare energia elettrica dai fatti naturali – dal vento 🌬 al sole ☀, dai pedali agli asini che girano moderne miniturbine – spicca la poca attenzione ad una fonte di energia assolutamente gratuita, come ci scrive 👤 Roberto D’Urso da Trapani:
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La crisi del gas russo e la suicida politica dei nostri governi che da decenni si sono accontentati delle fornitura estere, stanno imponendo sacrifici a tutti noi, dalle aziende alle famiglie.
Ed è ormai evidente che non ci potrà essere una soluzione unica, ma occorreranno tante fonti di energia rinnovabili per concorrere fabbisogno.
Solare con i suoi sterminati cani di pannelli (come avete scritto) eolico con i grandi ventilatori anche sul mare, perforazioni ed estrazione di gas lungo le coste, rigassificatori galleggianti: ma basteranno?
Ho letto invece su alcune riviste inglesi che sono state sperimentate con successo turbine subacquee in grado di trasformare in energia elettrica la 🌊🌊 forza delle onde 🌊🌊 e – dove sono importanti – anche quella delle maree.
Noi abbiamo un paese che ha il record della lunghezza costiera e in più due grandi isole come la mia Sicilia e la Sardegna: perché questa soluzione non sembra interessare?
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Provare a rispondere può apparire un esercizio presunzione, perché non siamo tecnici e tantomeno tuttologi.
Comunque ci proviamo.
Anche alcuni nostri esperti hanno sperimentato il sistema dell’energia elettrica prodotta dalle onde e dalle maree, con impianti in banchine portuali o frangiflutti dotati di elementi di galleggiamenti che venivano azionati dall’acqua.
Se né sparlato, ma evidentemente il rendimento è stato giudicato troppo modesto per gli investimenti richiesti.
Diversa la situazione in paesi che si affacciano all’Atlantico, dove le maree hanno un impatto importante – anche di metri – e le onde hanno forze dirompenti.
Ma per tutti si è evidenziato il problema della manutenzione: ogni oggetto immerso in mare viene rapidamente “aggredito” dalla vegetazione alzale e dei balani: e non bastano le già moderne vernici antivegetative per scongiurare il problema.
Dunque non è poi un discorso così banale come potrebbe sembrare, anche se è probabile che quando si inventerà una soluzione che valga sul piano dei costi e ricavi potrà essere adottata.
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